Parolacce e imprecazioni racchiudono una serie di caratteristiche che le rendono “calmanti”. Diciamo parolacce per sfogare le emozioni. Se si è arrabbiati, dire parolacce è catartico
Quante volte ti è capitato di dire parolacce e imprecazioni? Perché lo fai? Ovviamente si tratta di un comportamento liberatorio, ma perché proprio le parolacce?
La filosofa Rebecca Roache ha spiegato che queste parole racchiudono una serie di caratteristiche che le rendono calmanti: “spesso diciamo parolacce per sfogare le emozioni. Se si è arrabbiati, dire parolacce è catartico. Inoltre, dire parolacce è anche una questione di infrangere dei tabù. Quindi, da una parte è catartico perché si rompe un tabù, dall’altra lo si fa per il puro piacere di farlo. Tu non potresti usare certe parole-tabù, ma loro esistono unicamente con lo scopo di rompere quel tabù“.
Lo scrittore Oliver Kamm ha spiegato che “c’è tutta una specifica gerarchia in base a quanto repellenti consideriamo parlare o fare certe cose in pubblico: m***a è peggio di pi***o, che a sua volta è peggio di sco*****a, che a sua volta è peggio di sputo. A livello linguistico, l’importanza di certe parole tabù è legato a quanto pericolose o schifose riteniamo certe sostanze che espelliamo“.
Secondo lo studio Frankly, we do give a damn: The relationship between profanity and honesty, che sarà pubblicato sulla rivista scientifica Psychological and Personality Science, parolacce e imprecazioni sono indice di onestà e trasparenza.
I ricercatori delle università di Cambridge, Maastrich, Stanford e Hong Kong hanno scoperto che esiste un legame positivo tra l’uso di un linguaggio scurrile e l’onestà della persona. Chi usa termini volgari e offensivi è più sincero, e quindi più affidabile, di chi cerca di controllare il proprio linguaggio.
Lo studio è stato focalizzato su tre aspetti: a livello individuale (esaminando 276 persone), nel linguaggio usato sui social network (controllando ben 73.789 utenti) e a livello sociale.
I benefici:
- Quando si dicono parolacce con amici si aumenta il senso di vicinanza e si dà sollievo anche alle altre persone.
- Imprecare mitiga il dolore: è più facile tenere a lungo del ghiaccio su un arto infortunato se contemporaneamente imprechiamo dicendone di tutti i colori.
- Il potere della parola è tale che, anche chi parla più lingue, trova più soddisfacente nella propria lingua madre, perché scarica la tensione in modo più incisivo e appropriato.
- C’è un peso diverso nel pronunciare e nello scrivere le parolacce, anche nello scriverle completamente o con asterischi. Scrivendo “c***o“, diamo meno efficacia all’imprecazione e cerchiamo di avere più rispetto di chi abbiamo di fronte e non conosciamo. Magari, conoscendolo, potremmo insultarlo più liberamente.
immagine: © shutterstock.com