La storia del fantasma di Giuditta Guastamacchia, all’interno di Castel Capuano a Napoli
Castel Capuano e il fantasma di Giuditta Guastamacchia. Castel Capuano, imponente fortezza situata nel cuore di Napoli, è teatro di una delle leggende più affascinanti e inquietanti del panorama italiano: quella del fantasma di Giuditta Guastamacchia. Questa antica dimora ha una storia che si intreccia con quella della famigerata Giuditta, donna di grande bellezza e personalità, ma la cui vita fu segnata da eventi tragici.
La leggenda narra che Giuditta fosse imprigionata nelle segrete di Castel Capuano per un presunto tradimento amoroso. Si dice che ella sia spirata in quei luoghi bui e tetri, maledicendo l’edificio e coloro che vi avrebbero soggiornato.
Da allora, numerosi visitatori, custodi e turisti hanno riferito di presunte manifestazioni paranormali legate a Giuditta. Testimoni oculari affermano di aver udito lamenti provenienti dalle profondità del castello e avvistato una figura eterea vestita di bianco, che si aggira tra le antiche mura.
Gli studiosi del paranormale e gli amanti dei fatti misteriosi si sono spesso recati a Castel Capuano per indagare su queste affermazioni. Sono stati condotti esperimenti di registrazione audio e video, ma le prove rimangono ambigue, contribuendo così a mantenere viva la leggenda di Giuditta Guastamacchia.
La storia di Castel Capuano e il fantasma di Giuditta Guastamacchia
Nel cuore di Napoli, fra le strette vie della città che raccontano secoli di storia, sorge Castel Capuano. Questa maestosa fortezza, originariamente concepita per scopi difensivi, ha attraversato il tempo subendo varie trasformazioni fino a diventare, nel XVI secolo, un tribunale. È il secondo castello più antico di Napoli, dopo Castel dell’Ovo, e custodisce segreti e vicende che si intrecciano con la storia criminale di questa affascinante città.
La sua storia affonda le radici nel XII secolo, in epoca normanna, quando fu eretto su un’area che un tempo ospitava un Gymnasium romano, divenuto successivamente un cimitero. Tuttavia, Castel Capuano ha svolto un ruolo molto diverso nei secoli successivi, trasformandosi in residenza reale per quasi quattro secoli.
Ma è nel XVI secolo che questo castello ha iniziato a vivere una nuova vita come palazzo di giustizia. Qui si sono svolti processi e avvenimenti che hanno segnato la storia della cronaca nera napoletana, ma uno di questi rimane particolarmente impresso nella memoria, anche dopo oltre duecento anni: il caso di Giuditta Guastamacchia.
La storia di Giuditta è intrisa di drammaticità. Il suo primo marito fu condannato per frode al Regno, lasciandola sola con un figlio da crescere. In seguito, prese i voti e si ritirò nel convento di Sant’Antonio alla Vicaria. Tuttavia, le trame del destino la portarono fuori dalle mura del convento nel 1794. Qui cominciò una relazione con un prelato di nome Don Stefano d’Aniello, una passione travolgente che non conosceva ostacoli.
Per nascondere la loro relazione, decisero di far sposare Giuditta a un giovane nipote del prete. Tuttavia, il giovane marito presto scoprì la tresca e minacciò di rivelarla. Fuggì, ma venne convinto a tornare a Napoli dalla moglie, che nel frattempo aveva escogitato un piano oscuro. Giuditta fu aiutata da suo padre e da due amici, compiendo l’atroce omicidio del giovane marito, a cui seguì la macabra azione di smembrare il suo corpo.
La scoperta degli assassini mentre girovagavano per la città con le parti del corpo della vittima scosse profondamente la società dell’epoca. Durante il processo, tutti i congiurati furono condannati, con l’eccezione del prelato che ricevette l’ergastolo per non aver materialmente eseguito il delitto.
Giuditta Guastamacchia, considerata la mente diabolica dietro questo piano efferato, fu condannata a morte per impiccagione e poi decapitata. La sua testa e le mani furono esposte su una inferriata e successivamente utilizzate per studi di fisiognomica criminale.
Ancora oggi, nel giorno dell’esecuzione, il 19 aprile, il “fantasma degli avvocati”, come è conosciuto, si dice si aggiri per i corridoi di Castel Capuano. Nel Museo di Anatomia di Napoli è possibile vedere il suo teschio, un triste ricordo di una storia tanto oscura quanto affascinante che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della città partenopea.