60.000 edifici Maya scoperti nel nord del Guatemala grazie ad una mappatura laser
Guatemala – È arrivato il caso di rivedere i vecchi libri di storia e riscriverne di nuovi. Un gruppo di studiosi e archeologi americani, europei e guatemaltechi ha esplorato un’area di 2100 chilometri quadrati servendosi di Lidar, un dispositivo di mappatura laser. Hanno scoperto un bacino archeologico nascosto nella giungla del Guatemala di 60.000 edifici: dunque una gigantesca metropoli, risalente ai Maya.
Si tratta della zona di Petén, al confine con il Messico e il Belize, già nota per i siti archeologici di Tikal, Holmul e Uaxactún, i cui insediamenti risalgono forse a 3000 anni fa. Di conseguenza il bacino di Petén non era abitato da 5 milioni di persone, come si è sempre creduto. Erano almeno il doppio o forse il triplo e vivevano in una metropoli organizzata come le città moderne.
Piramidi alte fino a 30 metri, strade rialzate e acquedotti, terrazzamenti per l’agricoltura quasi moderni, spesse mura e torri di difesa.
Un progetto che è stato reso possibile, considerato il costo eccessivo, solo grazie al finanziamento di Maya Cultural and Natural Heritage (PACUNAM), un’organizzazione guatemalteca senza scopo di lucro che ha riunito un consorzio di archeologi con diverse aree di competenza.
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