Piero Manzoni era sicuramente un artista non convenzionale che è riuscito a lasciare il segno nonostante la sua vita si sia spezzata a soli 29 anni
Piero Manzoni firmava con la sua impronta digitale le uova sode, gonfiava dei comuni palloncini facendoli diventare “Fiato d’artista”, firmava persone in carne ed ossa con tanto di certificato di autenticità rendendole “Sculture viventi”. Il suo genio raggiunse il culmine quando nel maggio del 1961 decise di inscatolare la sua pupù. Una collezione di 90 lattine di 30gr. ciascuna, tutte numerate, firmate ed etichettate come “Merda d’artista”. Il prezzo era calcolato moltiplicandone il peso per il valore corrente dell’oro.
Folle? Sicuramente nessuno comprerebbe la pupù di qualcun altro conservata in una scatoletta ed esposta nel salotto di casa. Eppure oggi ognuna di quelle lattine vale una fortuna: all’ultima asta è stata comprata per 275 mila euro! Nata come provocazione nei confronti dei collezionisti d’arte del tempo, Piero Manzoni non avrebbe potuto prevedere un simile successo.
Ma c’è un interrogativo che accompagna “l’opera” donandole fascino: contengono davvero la sua pupù o sono riempite di altro? Un suo amico, Agostino Bonalumi, dichiarò che nelle lattine c’é del semplice gesso, ma nessuno lo verificherà mai, perché aprirne una ne comporterà una svalutazione. Le lattine continueranno a conservare il loro mistero.
Un’opera di grande valore su cui aleggia un mistero…
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