Strage di cavallucci marini in Puglia: un giro d’affari milionario con la Cina per produrre un liquore
È strage di cavallucci marini in Puglia: la denuncia parte dall’ambientalista Luciano Manna. Tramite VeraLinks Manna racconta il mercato illegale che fornisce esemplari di una specie protetta ai commercianti asiatici. In Cina si pensa che i cavallucci siano afrodisiaci: i pescatori li rivendono per circa €0,80 al chilogrammo, finché alla fine di una complessa filiera il loro prezzo diventa molto elevato. Sul mercato cinese lo spedizioniere lo rivende a cifre altissime, tra i €200 e i €600 al chilo.
Verso il mercato cinese viaggiano le oloturie (cetrioli di mare) e i cavallucci marini, ma la loro richiesta sta mettendo seriamente a rischio l’ecosistema. Complici i pescatori locali che tra il Mar Piccolo e il Mar Grande di Taranto raccolgono illegalmente le specie richieste. Un intermediario comunica con la Cina con una nota app di messaggeria istantanea, WeChat, generando un affare milionario, e compromettendo seriamente l’equilibrio marino.
I rivenditori presentano il prodotto in accurate confezioni trasparenti, certificando la specie e la provenienza geografica. In ideogrammi cinesi si legge: “Italia, Mediterraneo” e questo ne aumenta il valore.
Queste specie sono molto richieste sul mercato asiatico e nella ristorazione cinese. Le oloturie, comunemente nominate “cetrioli di mare“, sono utilizzate per uso alimentare, medico e nel settore della cosmesi, soprattutto nell’area di Hong Kong. I cavallucci marini vengono invece utilizzati nella produzione di un particolare liquore: il cavalluccio marino dopo essere stato posto dentro una bottiglia viene lasciato a macerare nell’alcol.