Gli astronomi hanno scoperto il secondo buco nero più grande della Via lattea, di massa intermedia, che è il collegamento mancante nella sua evoluzione
Il collasso gravitazionale di una stella di grande massa, come una supernova, forma un buco nero stellare. L’implosione comprime molto la massa creando un corpo molto più piccolo e compatto da cui non fuoriesce né materia né luce ma risucchia tutto ciò che incontra. Ma ne esistono di altri tipi quali i buchi neri supermassivi. Questi sono formati dalla fusione di molti buchi neri di massa intermedia e costituiscono il nucleo di alcune galassie tra cui la Via Lattea. Più grande è il buco nero, più grande è la galassia e più velocemente ruota. Ciò suggerisce che i buchi neri supermassivi abbiano un ruolo nel modo in cui si formano le galassie. Ma il quesito riguarda i buchi neri intermedi giacché non sono state trovate prove osservative ferme della loro esistenza.
Nel 2016 un team di astronomi della Keio University in Giappone ha notato qualcosa che collegava i due tipi di buchi neri. Una enigmatica nube di gas attorno al centro della Via Lattea (ma non al suo interno) aveva una dispersione di velocità troppo ampia. All’interno della nube non si vedeva né un buco nero né si trovava alcun oggetto compatto. Queste caratteristiche indicavano che la dispersione di velocità non era causata da un input di energia locale, come l’esplosione di una supernova. La migliore ipotesi è che si trattasse di un buco nero di massa intermedia che attraeva la nube di gas aumentandone la velocità. La maggior parte dei buchi neri può essere “scura” e molto difficile da osservare direttamente con i radiotelescopi, a qualsiasi lunghezza d’onda. Le indagini sul movimento dei gas possono fornire un modo complementare per cercare questi buchi neri “oscuri”.
Il buco nero di massa intermedia della Via Lattea
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