Sono stati ingaggiati come parte del suo programma per comprendere i dubbi esistenziali che l’umanità potrebbe dover affrontare se scoprissimo forme di vita aliena
La NASA ha chiesto aiuto a 24 religiosi per prepararci al contatto con gli alieni. La National Space and Aeronautics Administration (NASA) ha ingaggiato 24 teologi e religiosi come parte del suo programma per comprendere i dubbi esistenziali che l’umanità potrebbe dover affrontare se scoprissimo forme di vita aliena.
Il progetto, che si chiama “The Societal Implications of Astrobiology“, è stato condotto dal 2015 al 2018 presso il Center for Theological Inquiry dell’Università di Princeton, dove i teologi hanno studiato come le persone di religioni diverse reagirebbero alla notizia di vita extraterrestre.
Nel programma, supportato da un finanziamento di 1,1 milioni di dollari da parte della NASA, sono stati coinvolti sacerdoti cristiani, un rabbino ebreo e un imam islamico per comprendere come la scoperta di forme di vita su pianeti lontani possa sconvolgere i principali sistemi religiosi.
Il reverendo Andrew Davison, sacerdote e teologo dell’Università di Cambridge con un dottorato in biochimica a Oxford che ha preso parte al progetto nel 2016-2017, nel libro “Astrobiology and Christian Doctrine“, ha affermato che “i seguaci di una serie di tradizioni religiose riferiscono di poter accettare l’idea di forme di vita extraterrestre con i loro tempi. […] Anche le persone non religiose sembrano sopravvalutare le sfide che le persone religiose affronterebbero se si trovassero di fronte a prove di vita aliena“.
Per quanto riguarda la fede islamica, gli studiosi hanno sottolineato che il Corano contiene un passaggio che dice: “E tra i suoi segni c’è la creazione dei cieli e della terra e delle creature viventi che ha sparso attraverso di loro“, forse alludendo alla vita al di là Terra.
Gli studiosi ritengono che anche l’ebraismo avrebbe pochi problemi con la scoperta della vita aliena (questo tema è stato discusso dai rabbini fin dal Medioevo).