Ricercatore russo impazzisce per un crollo emotivo dopo sei mesi in estremo isolamento Antartide e accoltella il suo collega
Il ricercatore russo Sergey Savitsky ha accoltellato un collega, il 52 enne Oleg Beloguzov, a causa di un crollo emotivo. Erano insieme in una stazione in Antartide da sei mesi, a strettissimo contatto, il che ha creato una situazione di intolleranza finita molto male. È una storia terribile avvenuta a Bellingshausen, sull’isola di King George lo scorso 9 ottobre.
Savitsky è un ingegnere elettrico; lavorava insieme con Oleg, saldatore di apparecchiature elettriche. L’aggressore è attualmente ai domiciliari per tentato omicidio. Convivevano da quasi sei mesi: l’agenzia Interfax ha comunicato che l’attacco avrebbe avuto luogo nella mensa degli ufficiali. Il ricercatore colpito è stato trasferito in un ospedale in Cile, mentre Savitsky, dopo averlo accoltellato, si è consegnato al direttore della stazione senza opporre alcuna resistenza.
Savitsky avrebbe dichiarato di essersi pentito delle sue azioni; il quotidiano britannico The Guardian riporta le sue parole: “È un male che sia andata così“. Il collega ferito non è in gravi condizioni e presto potrebbe prendere un aereo per tornare in Russia. Il capo della stazione, Alexander Klepikov ha raccontato che non si era mai visto nulla del genere, nonostante le pressioni e le condizioni difficili.
Nel 2010 un caso simile si verificò in una stazione dell’Artico russo, dove un meteorologo, condannato poi a 12 anni, uccise un collega, facendo passare la morte per suicidio.
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