Il senso dell’umorismo si sviluppa con la socializzazione, cioè con la capacità di condividere un’esperienza con qualcuno
Come nasce il senso dell’umorismo? Il senso dell’umorismo si sviluppa con la socializzazione, cioè con la capacità di condividere un’esperienza con qualcuno. Tutto ha inizia già dallo scambio di occhiate e sorrisi tra mamma e bambino. Ci sono, però, alcune indispensabili doti cognitive da rafforzare, per saper cogliere l’ironia: “linguaggio”, “immaginazione” e “Finzione”.
Linguaggio
La capacità di esprimersi e comprendere ciò che ci dicono è fondamentale per capire la maggior parte di scherzi e battute. Bisogna capire il senso di incongruenza (ridiamo perché qualcosa ci sembra “fuori posto” rispetto a una situazione). Quindi, comunicazione e senso dell’umorismo vanno a braccetto.
Immaginazione
La capacità di immaginarsi in una situazione diversa, con regole sociali altre rispetto alle proprie, è indispensabile per cogliere l’incongruenza che sta alla base delle battute. Questa abilità compare attorno ai 12-18 mesi di vita, la stessa età in cui i piccoli iniziano a seguire gli scherzi dei genitori, e a sviluppare il proprio personale senso dell’umorismo. Attorno ai 2 anni, infatti, l’immaginazione (in piena espansione) permette ai bambini di iniziare a proporre le proprie battute, basate sull’interazione con oggetti o su scambi concettuali.
Finzione
Sapersi mettere nei panni dell’altro, capire se sta “facendo finta” o se ha detto qualcosa di diverso dalle sue intenzioni reali, è fondamentale per cogliere il senso dell’umorismo. Questa capacità consente (a partire dai 3 anni, ma più spesso attorno ai 5) di comprendere battute più sofisticate e ironiche. Ad esempio, permette a un bambino di capire che la mamma che lo insegue fingendosi un lupo sta solo facendo finta di fare la parte del “cattivo“.