Perché in politica si parla di destra e sinistra?

Da dove derivano i termini “destra” e “sinistra”? Da quando si usano? Perché sono entrati nella politica?

Perché in politica si parla di destra e sinistra?
Perché in politica si parla di destra e sinistra. Tutti, più o meno, sappiamo cosa significa essere di “destra” o di “sinistra“. Posizioni politiche, idee, partiti e visioni su argomenti sociali ed economici cambiano da una parte all’altra. Poi, in mezzo a questi 2 concetti politici c’è chi assume posizioni più moderate (definite centriste). Per comprendere al meglio la storia di questi due termini bisogna fare qualche passo indietro, fino al XVIII secolo.

La storia

Nell’agosto del 1789, in Francia (in quello che viene ricordato come il periodo della Rivoluzione francese), dopo il successo della rivolta e l’inizio della stesura della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, l’Assemblea costituente francese si trovò a discutere dei poteri da assegnare a re Luigi XVI.

Il dibattito si fece acceso e caratterizzato da posizioni differenti tra loro, divise tra chi voleva continuare a concedere al sovrano facoltà e poteri decisionali (come il diritto di veto) e chi invece era intenzionato a limitare o a porre fine alla monarchia.

A sinistra del presidente dell’Assemblea sedettero tutti coloro che si opponevano al monarca e ai suoi poteri (progressisti), e a destra presero posto coloro che difendevano la corona e sostenevano una monarchia costituzionale (conservatori). Tra i membri di destra c’erano rappresentanti delle classi sociali più abbienti, tra cui nobili e clero.

Sedersi da una parte o dall’altra, da quel momento, significò esprimere la propria posizione politica.

Ancora oggi questa divisione caratterizza le aule politiche di moltissimi Paesi del mondo.

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