Fino al 2017, agli uomini era consentito visitare l’isola solo per un giorno all’anno, mentre alle donne era proibito l’accesso (nyonin kinsei)
Okinoshima è un’isola situata nel mar del Giappone, al largo della costa della città di Munakata, nella prefettura di Fukuoka. Questo luogo unico è considerato un kami nello shintoismo, la religione tradizionale del Giappone, ed è venerato come una divinità. Di conseguenza, Okinoshima è soggetta a restrizioni d’ingresso molto rigorose. Fino al 2017, agli uomini era consentito visitare l’isola solo per un giorno all’anno, mentre alle donne era proibito l’accesso (nyonin kinsei).
L’isola è presidiata e vegliata a turno da sacerdoti shintoisti che trascorrono 10 giorni pregando e custodendo l’integrità del luogo sacro. L’unico abitante permanente è un monaco incaricato della manutenzione del Santuario Okitsu-miya. Questo santuario è di grande importanza per la religione shintoista e contribuisce a preservare la sacralità dell’isola.
Nel 2017, Okinoshima è stata dichiarata patrimonio mondiale UNESCO come “isola sacra di Okinoshima e siti associati nella regione di Munakata“. La motivazione di questa inclusione è stata la sua eccezionale rappresentazione della tradizione di culto di un’isola sacra.
L’accesso all’isola è consentito solo ai sacerdoti shintoisti e agli scienziati responsabili della conservazione del sito. I pescatori possono limitarsi a rimanere nel porto senza entrare all’interno dell’isola. Secondo i principi religiosi dello shintoismo, alle donne è vietato l’accesso (nyonin kinsei). Questa esclusione delle donne è stata confermata durante la candidatura di Okinoshima per essere incluso nella lista dei siti del Patrimonio dell’Umanità. Il clero shintoista, proprietario e gestore dell’isola, ha sostenuto che tale esclusione non è negoziabile.
Prima di ottenere lo status di patrimonio mondiale UNESCO, 200 persone (tutte maschi) erano estratte a sorte e potevano visitare l’isola una volta all’anno, il 27 maggio, per commemorare i soldati russi e giapponesi deceduti nel Mar del Giappone durante la guerra del 1905. Tuttavia, dopo la proclamazione dell’UNESCO nel luglio 2017, è stato annullato a tempo indeterminato l’accesso dell’isola alle persone comuni.
Okinoshima è protetta da una serie di tabù rigorosamente osservati e non scritti che riguardano il comportamento sia all’interno che all’esterno dell’isola. Coloro che vi accedono devono sottoporsi a un rituale di purificazione che include il denudarsi e lavarsi nel mare circostante.
L’isola di Okinoshima è un luogo intriso di mistero e sacralità, dove sono in vigore severi divieti e restrizioni per garantirne l’integrità e la sacralità. Uno dei divieti più importanti è la proibizione assoluta di rimuovere qualsiasi oggetto dall’isola, compresi pietre, terra e fili d’erba. Questa regola è strettamente rispettata per preservare l’equilibrio e la sacralità del luogo.
Il divieto di rimuovere oggetti è una manifestazione del profondo rispetto per l’isola e per la sua importanza religiosa. Gli oggetti presenti sull’isola sono considerati sacri e collegati alla divinità che vi risiede. La loro rimozione potrebbe interrompere l’armonia e la sacralità del luogo, pertanto è vietato prelevarli.
Inoltre, è altrettanto vietato parlare di ciò che si è visto o sentito sull’isola di Okinoshima. Questa restrizione deriva dalla natura intima e spirituale dell’isola. Ciò che viene sperimentato e percepito durante la permanenza sull’isola è considerato un’esperienza personale e sacra, da custodire nel proprio cuore.
Il divieto di parlare di ciò che si è vissuto su Okinoshima è legato alla sacralità del luogo e alla sua importanza religiosa. Si ritiene che le esperienze vissute sull’isola siano di natura profonda e personale, e che la loro condivisione potrebbe indebolire l’essenza e l’energia spirituale del luogo.
Queste restrizioni e divieti sono strettamente osservati dai visitatori dell’isola, inclusi i sacerdoti shintoisti e gli scienziati che hanno accesso a Okinoshima per motivi religiosi e di ricerca. Rispettare tali regole è fondamentale per preservare la sacralità e l’integrità di questo luogo unico al mondo.