Nibiru, il pianeta descritto dallo scrittore Zecharia Sitchin

Nibiru, il pianeta descritto dallo scrittore Zecharia Sitchin. All’origine della vita sulla Terra ci sarebbe una civiltà extraterrestre. Teoria priva di qualunque base scientifica

Nibiru, il pianeta descritto dallo scrittore Zecharia Sitchin
Nibiru è il pianeta descritto dallo scrittore Zecharia Sitchin. Secondo la sua personale interpretazione delle scritture sumere, all’origine della vita sulla Terra ci sarebbe una civiltà extraterrestre. Tale sua teoria è, al momento, del tutto priva di riscontri e di qualunque base scientifica.

La teoria di Sitchin

Sitchin afferma che la razza umana sarebbe stata in passato visitata da extraterrestri provenienti da un pianeta distante del nostro sistema solare, chiamato Nibiru. L’Homo sapiens sarebbe stato da loro creato geneticamente incrociando alcuni individui della loro specie con l’Homo erectus. Le sue tesi, smentite dalla comunità scientifica, hanno generato molto interesse da parte di ufologi e cospirazionisti.

Lo scrittore affianca al pianeta Nibiru anche il pianeta Tiamat. Quest’ultimo sarebbe esistito tra Marte e Giove. Pianeta fiorente con giungle e oceani la cui orbita sarebbe stata distrutta dall’arrivo di un grande pianeta e di una piccola stella, che attraversò il sistema solare tra i 65 milioni e i 4 miliardi di anni fa. La nuova orbita assunta da Tiamat avrebbe fatto sì che collidesse con Nibiru. I detriti avrebbero generato la Luna e la Terra.

Il nome Nibiru deriva dalla lingua accadica e significa “punto di attraversamento o di transizione“. Per gli antichi popoli mesopotamici, Nibiru era il corpo celeste associato al dio Marduk. Secondo lo studio dell’assiriologo Immanuel Freedman, i testi mostrano che il nome Nebiru poteva essere assegnato ad ogni oggetto astronomico visibile. Inoltre, le traduzioni di Nibiru non sono sempre state coerenti e alcune di esse possono aver contribuito a indurre in errore Sitchin.

La posizione della comunità scientifica

Le teorie di Sitchin sono state smentite sia dal punto di vista filologico e interpretativo della lingua sumera, sia per l’assoluta mancanza di basi scientifiche.

L’astronomo Phil Plait ha fatto notare che, in merito al presunto passaggio del grande pianeta che avrebbe dovuto sconvolgere la Terra nel 2012, se la previsione fosse stata esatta, un oggetto così grande e vicino alla Terra sarebbe stato visibile a occhio nudo come Giove e Saturno, inoltre avrebbe creato effetti visibili alle orbite degli altri pianeti.

Lieder sostiene che questo oggetto sia lo stesso “Pianeta X” già cercato dagli astronomi per spiegare le presunte discrepanze nelle orbite di Urano e Nettuno. Ma nel 1992 l’astronomo Myles Standish dimostrò che queste discrepanze erano illusorie, e oggi tutti gli astronomi concordano sul fatto che il Pianeta X non esista.

Tesi dei sostenitori di Sitchin spiegano L’esistenza di Nibiru con l’identificazione di Nemesis, l’ipotetica stella nana bruna o rossa associata al Sole, ipotizzata da Richard A. Muller per spiegare una presunta regolarità delle estinzioni di massa osservata nella storia dei fossili.

Muller sostenne che Nemesis, passando attraverso la nube di Oort a cadenze di alcuni milioni di anni, perturberebbe con la sua gravità le orbite degli oggetti della nube di Oort, causando l’entrata nel sistema solare di uno sciame di comete, alzando così le probabilità di una collisione che porterebbe a un’estinzione di massa. Tuttavia, se Nemesis esistesse, avrebbe un’orbita migliaia di volte più grande di quella di Nibiru, e non potrebbe mai avvicinarsi alla Terra.

Nibiru e il 2012

Secondo una teoria proposta nel 1995 da Nancy Lieder, fondatrice del sito ZetaTal, la Terra sarebbe dovuta essere distrutta dal passaggio di un grande pianeta denominato Nibiru, Pianeta X, o Wormwood. L’anno predetto per il passaggio fu il 2012. Sitchin ha criticato l’associazione di questo scenario apocalittico con le sue ipotesi su Nibiru. Nel 2007 ha pubblicato un libro intitolato “Il giorno degli Dei“, in cui fissò la data dell’ultimo passaggio di Nibiru vicino alla Terra intorno al 600 a.C., il che significherebbe che non ritornerà a passare per almeno altri mille anni.


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