Michele Profeta, la storia del serial killer

Michele Profeta è stato un serial killer noto come “Mostro di Padova”, “il giardiniere” o anche “il Professore”

Michele Profeta, la storia del serial killer
Michele Profeta era un serial killer italiano noto come “serial killer di Padova” o “Mostro di Padova“. Era soprannominato “il giardiniere” perché spesso si fermava nel giardino delle vittime seduto su una sedia, oppure “il Professore” a causa del suo aspetto distinto. Nato a Palermo il 3 ottobre 1947, è deceduto a Milano il 16 luglio 2004.

Biografia

Nato a Palermo, Michele Profeta si trasferì al Nord negli anni novanta, dove trovò lavoro in una società di servizi finanziari. La sua vita era divisa tra due luoghi: Adria, dove viveva con la moglie Concetta Mordino e due dei suoi figli (aveva altri due figli da un precedente matrimonio), e Mestre, dove condivideva una casa con l’amante Antonia Gemmati. Nessuna delle due donne era al corrente dell’esistenza dell’altra relazione.

A causa di pesanti debiti, forse accumulati a causa di una passione per il gioco d’azzardo, il 10 gennaio 2001 inviò una lettera alla Questura di Milano minacciando di commettere omicidi casuali se non gli fossero stati dati i 12 miliardi di lire che richiedeva. Questo gesto potrebbe essere stato influenzato da un delirio di onnipotenza.

Gli omicidi

Il 29 gennaio 2001, a Padova, venne fatto il macabro ritrovamento di un taxi con il corpo senza vita del proprietario, Pierpaolo Lissandron, ucciso da un colpo alla nuca sparato da una pistola Iver Johnson calibro .32. Inizialmente, sembrava essere stata una rapina finita in tragedia, ma questa ipotesi venne scartata il 1º febbraio, quando una lettera giunse alla questura di Milano, in cui un serial killer rivendicava la responsabilità dell’omicidio del tassista.

L’11 febbraio, all’interno di un appartamento, fu scoperto il cadavere dell’agente immobiliare Walter Boscolo, anch’esso ucciso con un colpo alla nuca. Sul luogo del delitto furono rinvenute due carte da gioco e una lettera scritta con una macchina per scrivere normografo dal serial killer. In questa lettera, il killer chiedeva di contattare il questore di Milano. Gli investigatori iniziarono a cercare legami tra Boscolo e un individuo conosciuto come “signor Pertini“.

L’arresto

L’arresto di Michele Profeta è avvenuto il 16 febbraio 2001 a Padova. Aveva pianificato un incontro con un altro agente immobiliare, utilizzando lo stesso nome falso che aveva usato in precedenza. Tuttavia, l’agente immobiliare riconobbe il suo volto dalla foto segnaletica di Michele Profeta. Gli investigatori riuscirono a risalire al suo vero nome anche perché aveva utilizzato la stessa scheda telefonica per chiamare l’agenzia immobiliare di Boscolo e alcuni conoscenti, tra cui la sua convivente. Durante l’arresto, avvenuto mentre stava tornando a casa con la sua Škoda Felicia dopo un colloquio di lavoro, sono stati trovati alcuni oggetti rilevanti, tra cui una carta da gioco (un re di fiori), il normografo con cui aveva scritto le precedenti lettere rivolte agli inquirenti e una pistola.

Le condanne

Nel 2002, Michele Profeta è stato condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Padova per gli omicidi di Pierpaolo Lissandron e Walter Boscolo, avvenuti a distanza di 12 giorni, rispettivamente il 29 gennaio e il 10 febbraio del 2001. Inizialmente ha scontato la sua pena nel carcere di Padova, ma a seguito di un tentativo di evasione nel luglio 2001, è stato trasferito nel penitenziario di Voghera, in provincia di Pavia.

La morte

Affetto da problemi cardiaci, il 16 luglio 2004 l’uomo trovò la morte a Milano a causa di un infarto. Questo tragico evento avvenne nella sala degli avvocati del carcere di San Vittore mentre stava sostenendo il suo primo esame universitario in Storia della filosofia presso l’Università degli Studi di Milano. Il Professor Davide Bigalli, un testimone dell’accaduto, raccontò quanto accaduto. “[Michele Profeta] ebbe un rilassamento, piegò la testa all’indietro, socchiuse gli occhi e iniziò a tremare come in preda a convulsioni. Le guardie chiamarono i medici del carcere, lo sdraiarono ma lui agonizzava e non ci fu più nulla da fare. Profeta morì davanti ai miei occhi.

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FonteUfficiale.com