Marcel Petiot, la storia del serial killer

Marcel Petiot è stato un serial noto come “Dottor Satana”. Operava nella Parigi occupata dai nazisti attirando le vittime nel suo studio privato con la promessa di aiutarle a fuggire all’estero

Marcel Petiot, la storia del serial killer

Marcel Petiot è stato un assassino seriale francese noto come “Dottor Satana” per il suo modus operandi. Operava nella Parigi occupata dai nazisti attirando le vittime nel suo studio privato con la promessa di aiutarle a fuggire all’estero. Qui, le uccideva tramite avvelenamento o asfissia in una camera a gas artigianale, per poi depredarle di ogni avere.

Petiot aveva una vita ricca di avventure e situazioni particolari, tanto da essere definita da molti come “una vita da romanzo“. La sua storia è caratterizzata da numerosi eventi incredibili, alcuni dei quali confermati storicamente.

Petiot era inizialmente un giovane medico di successo durante la Seconda Guerra Mondiale, ma la sua carriera medica venne interrotta a causa di una serie di accuse di frode. In seguito si unì alla Resistenza francese.

Biografia di Marcel Petiot

Marcel André Henri Félix Petiot è nato il 17 gennaio del 1897 ed è morto il 25 maggio del 1946. E’ stato un medico francese che durante la Seconda Guerra Mondiale forniva documenti falsi e altre forme di supporto per coloro che cercavano di fuggire dalla Francia occupata dai nazisti. Petiot, sotto il nome in codice “Eugène“, era un importante elemento dei Maquis, il movimento di resistenza francese.

Tuttavia, Petiot era anche un serial killer e utilizzava la sua copertura partigiana per uccidere le sue vittime. Fu arrestato dalla Gestapo nel maggio del 1943, insieme ad altri tre sospettati, e fu torturato per ottenere informazioni sui membri della sua “cellula” della Resistenza. Petiot non rivelò mai nulla e trascorse molti mesi in prigione, fino a quando la polizia segreta non lo rilasciò.

Nonostante il suo coinvolgimento nella Resistenza, Petiot fu giudicato e condannato per i suoi crimini, tra cui l’omicidio di almeno 27 persone. Fu giustiziato nel 1946.

Infanzia e adolescenza

Marcel Petiot è nato ad Auxerre, in Francia, nel gennaio del 1897. Fin da piccolo dimostrò una notevole intelligenza ma anche una forte tendenza al comportamento deviante e violento. A soli 5 anni era in grado di leggere come un bambino di 10 anni, ma spesso si isolava per “giocare con gli animali“, che includeva abusi e torture sui poveri animali.

A 8 anni, venne scoperto a distribuire fotografie pornografiche ai compagni di scuola, e a 11 anni rubò la pistola del padre e sparò dei colpi in classe durante una lezione di storia, il che gli causò diverse sanzioni disciplinari e il cambio di scuola.

Nel 1912, la madre di Petiot morì e il padre, che si era trasferito altrove per lavoro, lo confinò da una zia per evitare gli scandali che avevano colpito la famiglia a causa del comportamento del figlio. Isolato e turbolento, Petiot venne espulso da diverse scuole.

A 17 anni compì il suo primo atto criminale, un attentato curioso a una cassetta postale, con furto della corrispondenza e danneggiamento di proprietà dello Stato. Il tribunale riconobbe che il ragazzo era gravemente disturbato e suggerì un controllo psichiatrico più approfondito dopo la sospensione della pena.

Tuttavia, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, i giovani diventarono sempre più necessari, anche quelli più turbolenti, per mandarli al fronte. Petiot venne arruolato nell’esercito francese dopo aver ottenuto un diploma in una scuola speciale di Parigi, e venne spedito sul fronte occidentale nel novembre 1916.

La guerra e il fronte

La storia di Petiot si svolge durante la prima guerra mondiale, quando si arruolò nell’esercito francese e dimostrò di essere un ottimo soldato capace di controllare le sue pulsioni violente contro il nemico. Tuttavia, dopo essere stato ferito in combattimento, venne inviato in un ospedale militare dove riemerse con forza la sua stranezza comportamentale. Fu quindi inviato in una clinica psichiatrica per una valutazione approfondita e, nonostante i suoi precedenti psichiatrici, venne rispedito in prima linea giusto in tempo per assistere alla sconfitta della Germania e all’armistizio.

Dopo la fine della guerra, Petiot fu costretto ad aspettare il congedo definitivo e, incapace di sopportare la vita in attesa, si sparò un colpo di pistola in un piede per essere congedato. Le sue precedenti condizioni psichiatriche convinsero le autorità a effettuare una nuova perizia su di lui, ma venne lasciato libero di vestire abiti civili e ricevere una pensione di inabilità.

Tuttavia, quando il suo caso venne riesaminato nel 1920, venne ritenuto meritevole di un ricovero in manicomio. Sorprendentemente, Petiot si trovava già in un istituto psichiatrico, ma in veste di medico. Questo è il primo colpo di scena della sua vita postbellica.

Professione dottore

Marcel Petiot, sfruttando le facilitazioni destinate ai reduci di guerra, si laureò in medicina e aprì il suo studio medico a Villeneuve-sur-Yonne, conquistando rapidamente una vasta clientela grazie alla promessa di cure per le “malattie moderne“. Tuttavia, le testimonianze successive rivelarono un’eccessiva prescrizione di stupefacenti e la creazione di una dipendenza da parte dei pazienti.

Nel 1926 venne coinvolto in uno scandalo sessuale e sospettato di omicidio, ma non venne formalmente accusato. Poco dopo, il cadavere di una giovane donna venne trovato in un baule vicino alla sua città, ma il medico riuscì a giustificare i propri spostamenti e la polizia non riuscì a risolvere il caso.

Carriera politica

Dopo aver affrontato scandali sessuali e sospetti di omicidio, Petiot decise di candidarsi a sindaco di Villeneuve-sur-Yonne nel 1927 e sorprendentemente vinse. Questo avvenne nonostante il fatto che era stato dichiarato pazzo dalla Commissione di Riforma militare, che aveva supervisionato le procedure di controllo sulle sue condizioni psichiatriche quando era stato congedato dall’esercito.

Petiot riuscì a evitare le accuse di malattia mentale etichettandole come uno spudorato tentativo dei suoi avversari politici di diffamarlo.

Nel 1930, Petiot fu coinvolto in un’affare poco chiaro insieme al sindacalista Armand Debauve, la cui casa fu soggetta a furto con scasso e incendiata. Anche questa volta vi fu un omicidio: la moglie del sindacalista fu uccisa brutalmente con un corpo contundente mai ritrovato. Tuttavia, il testimone del crimine morì tre mesi dopo per un aneurisma mentre era in cura da Petiot per i propri reumatismi.

Petiot fu accusato di frode, malversazioni, appropriazioni indebite di fondi pubblici e altri reati amministrativi durante i quasi sei anni in cui rivestì la carica di sindaco, ma nonostante ciò riuscì a mantenere la sua reputazione pubblica.

Marcel Petiot si trasferisce a Parigi

Marcel Petiot, dopo aver lasciato la carica di sindaco nel 1932, si trasferì a Parigi dove aprì un nuovo studio medico e continuò ad accaparrarsi clientela con ogni mezzo.

Circa la sua persona sorse il sospetto di traffico di stupefacenti e di praticare aborti illegali, ma l’unica accusa vera prima della Seconda Guerra Mondiale fu l’evasione fiscale.

Nel 1936, la sua salute mentale peggiorò e la moglie lo fece ricoverare in un istituto di salute mentale, dove rimase per alcuni mesi prima di essere dimesso per presunta guarigione.

Successivamente, Petiot continuò a ricevere pazienti e ad essere denunciato fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, quando l’occupazione tedesca della Francia gli fornì l’opportunità di guadagnare soldi.

La Seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Gestapo si concentrava principalmente sulla lotta contro la Resistenza, mentre i reati comuni erano di competenza delle autorità di polizia francesi, che erano sotto il controllo degli occupanti tedeschi. Pertanto, la repressione della criminalità comune non era considerata una priorità durante il periodo bellico. Questo ambiente favorì l’attività criminale di persone come Marcel Petiot.

Petiot era un medico che si arricchiva attraverso il commercio illecito di merce rara sul mercato nero, così come attraverso gli stupefacenti. Inoltre, gli furono attribuiti i primi casi di morti sospette tra i suoi pazienti, a causa di un’eccessiva somministrazione di morfina. Tuttavia, i testimoni dei fatti non poterono parlare in giudizio perché morirono prematuramente o scomparvero nel nulla.

Durante l’occupazione tedesca della Francia, Petiot fu un sostenitore della Resistenza e spesso spiava le sedi della Gestapo per segnalare i collaborazionisti e gli infiltrati. Tuttavia, era principalmente attivo nella falsificazione di documenti e nell’organizzazione di espatri clandestini. Creò una rete di procacciatori d’affari, che contattavano direttamente i clienti potenziali tra le categorie più interessate, come gli ebrei perseguitati, i membri del Maquis scoperti, i disertori e i criminali comuni che cercavano di cambiare vita. Tuttavia, la sua rete aveva una barriera d’entrata molto elevata, in quanto richiedeva ai clienti di pagare 25.000 franchi per il servizio, una cifra considerevole all’epoca.

Questa barriera d’entrata elevata limitava la clientela a persone con liquidità o beni preziosi sufficienti per permettersi il passaggio in Sud America. Petiot faceva anche entrare i clienti nel suo studio medico al 21 di Rue le Sueur a Parigi, dove prendeva tutte le loro ricchezze mobili prima di organizzare l’espatrio. Questo gli forniva una fonte di denaro facile e redditizia, rendendolo un perfetto predatore per le vittime che cercavano la sua assistenza.

La fortuna volta le spalle a Petiot

All’inizio del 1944, Petiot sembrava aver sfuggito a qualsiasi accusa e la sua attività criminale sembrava essersi placata. Tuttavia, il 6 marzo dello stesso anno, i vicini si lamentarono del fumo che proveniva dalla proprietà del medico, che comprendeva un palazzo di tre piani con vasti locali sotterranei. Quando i Vigili del Fuoco parigini vennero chiamati a intervenire, trovarono un forno che funzionava a pieno regime nei sotterranei, causando il fumo. All’interno del forno vennero trovate ossa umane e resti di corpi, mentre altri cadaveri decapitati o parzialmente smembrati vennero trovati in sacchi.

Quando Petiot venne fermato dalla polizia poco dopo, raccontò di far parte della Resistenza e affermò che i cadaveri trovati nella sua proprietà appartenevano ad agenti della Gestapo infiltrati. Gli agenti inizialmente credettero alla sua storia, ma successivamente scoprirono la verità sui suoi omicidi. Petiot venne catturato sette mesi dopo.

Il modus operandi

Il modus operandi di Petiot consisteva nel convincere le sue vittime a recarsi nel suo studio medico con la scusa di ricevere documentazione falsa per l’espatrio, per poi somministrare loro delle vaccinazioni letali con il cianuro.

I cadaveri venivano derubati e gettati nella Senna, ma con l’aumentare delle vittime, Petiot utilizzò una camera a gas in miniatura nel suo palazzo per uccidere le sue vittime. La sua morbosa patologia si manifestò anche nella raccolta di centinaia di feticci e ricordi delle sue vittime nello studio medico.

Inseguimento e cattura

Marcel Petiot riuscì a nascondersi per un po’ grazie ai grandi stravolgimenti storici che avvennero in Francia nel 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dopo lo sbarco degli Alleati in Normandia, la polizia non aveva molte risorse per cercare Petiot. Tuttavia, il commissario Georges-Victor Massu, che aveva risolto oltre 3mila casi, fu incaricato del caso di Petiot. Massu capì subito che il killer doveva essere ancora nell’area di Parigi, sotto falso nome e forse sfruttando le coperture partigiane.

Il 31 ottobre 1944, Petiot fu catturato indossando una divisa da capitano delle forze francesi dell’interno, un’unità incaricata della sua cattura. Durante la perquisizione personale, furono trovati con lui quasi 40.000 franchi e documenti falsi intestati a sei nomi differenti.

Nel 1946, dopo la sua cattura, dovette affrontare un processo durato mesi, durante il quale sostenne di avere ucciso solo tedeschi e collaborazionisti in nome del patriottismo.

A causa della pressione dell’opinione pubblica e della stampa, Petiot venne condannato a morte in una delle camere di consiglio più brevi della storia giudiziaria francese.

Il 25 maggio 1946, Marcel Petiot venne ghigliottinato nella prigione di La Santé a Parigi, e alcune guardie riferirono che la sua testa, finita nel cesto dei condannati, sorridesse ancora dopo la morte.

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FonteUfficiale.com