Lo spartito del diavolo e e il demone intrappolato nella cripta. Il mistero della Madonna delle vigne
Lo spartito del diavolo. Lo spartito del diavolo è un enigma avvolto dal velo del soprannaturale e della superstizione. Si narra di un antico manoscritto musicale, attribuito a un patto infernale con il diavolo stesso, capace di evocare melodie sovrannaturali e portatore di una maledizione oscura.
L’origine di questo leggendario spartito si perde nella nebbia del tempo, con molte versioni che affiorano dalle profondità della storia. Si dice che un compositore di talento, desideroso di ottenere abilità musicali straordinarie, abbia siglato un patto demoniaco per ottenere il potere di creare musica divina. Lo scambio, però, portò alla creazione di uno spartito unico e potente, capace di intrecciare note così celesti da sembrare impossibili, ma anche accompagnate da una maledizione che avrebbe colpito chiunque osasse suonarlo.
Le leggende narrano di musicisti audaci che, spinti dalla curiosità o dalla brama di eccellenza musicale, si cimentarono nello spartito del diavolo, solo per subire terribili conseguenze: alcuni raccontano di morti misteriose, altri di perdita della sanità mentale o di eventi sconvolgenti e inspiegabili.
La fama di questa partitura demoniaca ha affascinato e spaventato generazioni di appassionati di musica e di amanti del soprannaturale. Tuttavia, la vera esistenza di tale spartito è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi, con alcuni che attribuiscono le storie a leggende popolari e altri che continuano a cercare prove della sua esistenza reale.
La storia dello spartito del diavolo
Nel cuore del Piemonte, tra le nebbie che avvolgono le risaie del vercellese, si nascondono luoghi che sembrano tratti da racconti avvolti dal mistero. Uno di questi è la Chiesa del Santissimo Nome di Maria, conosciuta anche come la Madonna delle Vigne o la Chiesa dello Spartito del Diavolo.
Nascosta tra la vegetazione, questa chiesa, situata tra Trino e Montarolo, appare quasi come un’evocazione per chiunque percorra il sentiero circostante. La sua forma ottagonale e inusuale la rende maestosa nonostante le dimensioni ridotte. Questo luogo ha attirato l’attenzione degli appassionati di esoterismo e di chi è attratto da leggende misteriose, soprattutto per le connessioni ipotizzate con l’ambito satanico, considerando la storia di questa regione.
Ma perché il nome “Madonna delle Vigne” se attorno non ci sono vigneti? E perché “Chiesa dello Spartito del Diavolo”? Cerchiamo di chiarire la situazione. Le terre del vercellese, un tempo paludose, furono bonificate nel XII secolo da monaci provenienti dalla Francia. Nel corso dei secoli, la proprietà dell’abbazia passò a diversi proprietari, tra cui il Duca de Ferrari di Galliera, il cui titolo nobiliare legato alla famiglia Savoia portò alla creazione del Principato di Lucedio, vicino alla Chiesa in questione. Il nome “Lucedio” ha alimentato leggende, poiché potrebbe riferirsi sia alla “luce di Dio” che a un’interpretazione legata a “Dio di Luce” o Lucifero.
Questa chiesa, costruita intorno alla fine del XVII secolo, è stata oggetto di manutenzione fino al XX secolo. Un libro, “Gli stregoni della musica” di Volterri e Ferrante, ha contribuito a svelare parte del mistero che la circonda. Iniziamo con il nome “Madonna delle Vigne”: sebbene una nicchia vuota nell’abside indichi l’assenza della statua, in passato si presumeva vi fosse una scultura lignea della Madonna. Questa statua, trasferita negli anni ’20 del secolo scorso in una chiesa vicina, portò alla denominazione del luogo.
Riguardo allo “Spartito del Diavolo”, la leggenda narra che l’affresco sopra l’altare, ormai deteriorato, contenesse una melodia capace di imprigionare lo spirito maligno in una cripta segreta sotto la chiesa. Suonando questa melodia al contrario, secondo la leggenda, si liberava il diavolo. Quest’idea ha attirato visitatori di vario genere. Ma un’interpretazione più plausibile sostiene che, essendo la chiesa di dimensioni ridotte, non vi era spazio per un organo. Si ipotizza che un organetto meccanico, azionato manualmente, potesse essere presente, e un affresco sulla parete sembra confermare questa teoria.
Questi organetti, azionati in senso orario, potevano generare melodie. Si suppone che, se il fermo che impediva il funzionamento inverso fosse stato rimosso o guasto, la melodia invertita avrebbe prodotto suoni discordanti. Questa teoria potrebbe aver ispirato la leggenda dello “Spartito del Diavolo”. La Chiesa della Madonna delle Vigne è stata depredata di molti dei suoi elementi. Nonostante le leggende, rimane un luogo affascinante e misterioso, suscitando l’interesse di molti visitatori, anche se personalmente non ho sperimentato presenze maligne mentre esploravo la zona.
Alcuni hanno persino cercato di trovare ipotetici cunicoli sotterranei, danneggiando il pavimento della chiesa. Segni come croci rovesciate e il 666 accompagnano la visita, creando un’atmosfera tenebrosa. Ma la realtà potrebbe differire dalle leggende, e mentre il mistero continua a incuriosire, la verità potrebbe essere più prosaica di quanto si pensi.