La spada nella Roccia fu infissa nel 1180 da San Galgano (Guidotti) su di una pietra al centro di dove oggi sorge l’Eremo di Montesiepi
La storia della spada nella roccia di San Galgano affonda le sue radici nel XII secolo, quando il giovane Galgano Guidotti, nobile e abile cavaliere, conduceva una vita arrogante e violenta. Tutto cambiò quando ebbe una visione dell’Arcangelo Michele, che lo guidò sulla via della salvezza, spingendolo a cercare la pace interiore. Galgano decise così di diventare un eremita e si ritirò in solitudine, rinunciando ai piaceri mondani.
Un giorno, mentre si stava recando a trovare la sua fidanzata per un’ultima visita, il suo cavallo si fermò improvvisamente lungo la strada e Galgano venne disarcionato. A quel punto, sentì una voce serafica che lo guidò in volo verso la cima di una collina, chiamata Montesiepi, vicino a Chiusdino. Lì, la voce gli ordinò di rinunciare ai suoi desideri mondani, ma Galgano obiettò, dicendo che sarebbe stato impossibile come spezzare una roccia con una spada.
Per dimostrare il suo punto, estrasse la spada e la spinse contro una roccia. Sorprendentemente, l’arma si conficcò nella pietra come un coltello caldo nel burro, rimanendo irrimediabilmente imprigionata. Galgano capì il messaggio divino e decise di vivere sulla collina di Montesiepi come eremita per il resto della sua vita.
Dopo la morte di San Galgano, venne costruita una cappella sulla cima di Montesiepi in suo onore, con la spada nella roccia come sua attrazione principale. La spada, che è del XII secolo, fu a lungo vista come una curiosa attrazione turistica, ma studi recenti hanno dimostrato la sua autenticità. Utilizzando il radar a penetrazione del suolo, i ricercatori hanno scoperto una cavità sotto la spada, grande circa 2 metri per 1, che potrebbe contenere uno scheletro umano, forse il corpo di San Galgano.
Oggi, l’Eremo di Montesiepi e la spada nella roccia sono meta di pellegrinaggi e visitatori da tutto il mondo. La spada, oltre ad essere un segno del miracolo avvenuto in passato, rappresenta anche un monito contro l’infinita stupidità umana, come dimostrato dal tentativo infruttuoso di estrarla da un bischero molti anni fa, che finì per romperla. Una teca ora protegge la spada per preservarla da eventuali danni futuri. La storia della spada nella roccia di San Galgano, simile a quella di Re Artù, continua a catturare l’immaginazione delle persone e a ispirare leggende e storie in tutto il mondo.