Necropoli di Tarquinia

Cosa visitare? Puoi scegliere una vacanza alle Necropoli di Tarquinia, nel Lazio

Necropoli di Tarquinia
A Tarquinia, uno dei punti di interesse archeologico più significativi sono le vastissime necropoli, in particolare la necropoli dei Monterozzi. Questa area contiene numerose tombe a tumulo con camere scavate nella roccia, che conservano una straordinaria serie di affreschi. Questi affreschi costituiscono il più grande nucleo pittorico dell’arte etrusca giunto fino a noi e rappresentano anche il più ampio documento di tutta la pittura antica precedente all’età imperiale romana.

Le camere funerarie, ispirate agli interni delle abitazioni, presentano pareti decorate con affreschi raffiguranti scene di carattere magico-religioso, come banchetti funebri, danze, suonatori di strumenti musicali, giocolieri e paesaggi. Dopo il V secolo a.C., si notano anche la presenza di figure di demoni e divinità, oltre agli episodi di commiato, con un aumento del carattere mostruoso e patetico.

Tra le tombe più interessanti si trovano quelle del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone, dell’Orco e degli Scudi. Alcuni affreschi, staccati dalle tombe per preservarli, sono esposti nel Museo nazionale Tarquiniense, mentre altri sono ancora visibili sulle pareti originali.

La scultura in pietra, presente in rilievi su lastre o nelle figure dei defunti sui sarcofagi, mostra un livello artistico variabile. Tra le opere più rilevanti c’è il sarcofago calcareo della tomba dei Partunu, datato all’età ellenistica. Nel Museo nazionale tarquiniense sono conservati anche reperti ceramici, bronzi laminati, rilievi e terrecotte provenienti dalla zona, databili dal periodo geometrico al tardo etrusco.

Dal 1995, il sito archeologico è considerato di importanza comunitaria, mentre le necropoli fanno parte del gruppo di necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2004.

Storia delle Necropoli di Tarquinia

Attualmente sono visitabili 22 tombe: la tomba dei Giocolieri, la tomba del Guerriero, la tomba di Cristofani, la tomba del Padiglione della Caccia, la tomba del Fiore di Loto, la tomba delle Leonesse, la tomba del Pallottino, la tomba della Pulcella, la tomba della Caccia e Pesca, la tomba dei Caronti, la tomba dei due tetti, la tomba del Gorgoneion, la tomba Cardarelli, la tomba Moretti, la tomba della Fustigazione, la tomba Fiorellini, la tomba dei Demoni Azzurri, la tomba Bettini, la tomba Caccia al Cervo, la tomba Bartoccini, la tomba dei Leopardi e la tomba delle Baccanti.

Soltanto Tarquinia ci offre dunque una pinacoteca sotterranea databile dall’età Orientalizzante (fine sec. VII a.C.) sino alla fine dell’età repubblicana romana (metà I secolo a.C.), che rivela come in questa città esistesse una fiorente ed ininterrotta tradizione pittorica. Questo enorme patrimonio non solo artistico ma anche storico rappresenta uno spaccato sulla vita quotidiana degli Etruschi ed è stato inserito dal 2004 dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La Necropoli è situata su un pianoro, denominato Monterozzi per la presenza di tumuli in forma di piccoli monticelli di terra, che si sviluppa parallelamente alla costa tirrenica per una lunghezza di sei chilometri e una larghezza di circa tre chilometri. Il colle è diviso in varie località: Calvario, Primi Archi, Secondi Archi, area Scataglini, Doganaccia.

Nella porzione di Necropoli aperta al pubblico, in località Calvario, sono attualmente visitabili 22 ipogei.

Gli orari dei siti, i costi degli ingressi e le modalità di accesso sono disponibili al seguente link.

Origi di Tarquinia

Tarquinia, una delle più grandi città d’Italia, si estende dalle foreste ombrose dell’entroterra viterbese fino alle soleggiate spiagge della costa tirrenica, immerse nelle tranquille acque del Mar Tirreno. La sua bellezza e le sue attrazioni possono essere apprezzate in ogni stagione dell’anno, non solo durante l’estate. La città accoglie i turisti con una varietà di eventi e offre la possibilità di godersi il mare, le campagne e i boschi in continua evoluzione.

L’antica città etrusca di Tarkna, conosciuta in latino come Tarquinii, sorgeva a circa dieci chilometri dalla costa, vicino al suo principale porto, Gravisca, un importante centro commerciale nel Mediterraneo. La sua posizione geografica privilegiata, dominante sulla valle del fiume Marta, che sfociava nel mare presso la città, favoriva i contatti con l’entroterra e contribuiva alla prosperità economica e politica della città.

Il Pian di Civita, dove sorgeva la potente città etrusca, era diviso dalla costa dal colle dei Monterozzi, che ospitava le storiche necropoli. Le prime tracce archeologiche dell’insediamento urbano risalgono al XII secolo a.C., ma è a partire dall’VIII secolo a.C., con l’incremento dei contatti con il mondo greco e l’adozione di nuove tecnologie e modelli culturali, che Tarquinia cominciò a svilupparsi come importante centro urbano. La città fu descritta come “grande e fiorente” da Dionigi Alicarnasso e “la più ricca d’Etruria” da Cicerone.

Nel VI e nei primi decenni del V secolo a.C., Tarquinia raggiunge il suo massimo splendore urbano, espandendosi fino a dominare un territorio che si estende fino al lago di Bolsena. Questo periodo di grande potenza economica e politica è evidenziato dallo sviluppo della necropoli. Tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., viene costruita una robusta cinta muraria lunga circa 8 km, delimitando una superficie di 135 ettari, per difendere la città dai Celti provenienti dal Nord e da Roma, in fase di espansione da Sud.

Le ostilità tra Tarquinia, guidata dalla lega delle città etrusche, e Roma portano a un conflitto tra il 358 e il 351 a.C., che si conclude con una tregua di 40 anni; nel 308 a.C., dopo un nuovo scontro armato, la tregua viene rinnovata per ulteriori 40 anni.

Nella prima metà del III secolo a.C., la città subisce una sconfitta definitiva da parte di Roma, che occupa la fascia costiera. Tuttavia, le due città mantengono buoni rapporti; infatti Livio ricorda come Tarquinia, nel 205 a.C., abbia fornito a Scipione il lino per le vele delle navi usate durante la spedizione africana della seconda guerra punica. Nel 181 a.C., Roma fondò Gravisca, una colonia marittima, sul sito dell’antico porto. Dopo il 90 a.C., Tarquinia ottenne il diritto di cittadinanza romana e divenne un municipio governato da un collegio di quattro magistrati. Tuttavia, nel tardo periodo imperiale, la decadenza diventò inevitabile e nell’alto medioevo il nucleo urbano della città si svuotò. Nel VIII secolo d.C., la sede episcopale fu trasferita nella vicina Corneto e la Civita fu definitivamente abbandonata.

L’attuale Tarquinia, conosciuta come Corneto fino al secolo scorso, sembra trarre il suo nome dalla presenza di piante di corniolo. La città è menzionata in un documento dell’VIII secolo proveniente dall’abbazia di Farfa. Un’altra tradizione vuole che il nome derivi dal mitico re Corito, considerato il fondatore e l’antenato di Enea. Le origini della città restano ancora indefinite. La crescita urbana di Corneto non fu né causa né effetto di un abbandono drastico o traumatico della vecchia Tarquinia; al contrario, fonti storiche indicano che almeno fino al XIV secolo i due centri coesistettero, sebbene Tarquinia, sede vescovile dal IV secolo, stesse gradualmente cedendo il passo a Corneto. Il primo nucleo si sviluppò sullo sperone del castello tra il VI e il VII secolo, probabilmente su una preesistente area romana.

Intorno a una torre preesistente, nel 1080, la contessa Matilde di Canossa tenne un placito con poteri pontifici, probabilmente nel luogo dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria, nota come “in castello”, che sembra aver sostituito una precedente chiesa intitolata a Santa Maria ad rupes, probabilmente una cappella palatina.

A questo iniziale accampamento fortificato si aggiunse presto un sobborgo, che crebbe tanto da richiedere la costruzione di una cinta muraria per proteggerlo tra i secoli IX e X. Il sistema difensivo originale, ancora visibile in alcuni tratti, escludeva la parte orientale dell’attuale borgo, chiamato “castro novo”, che si sviluppò tra i secoli XIII e XIV.

Divenuta città-stato nel XI secolo, Corneto era già legata al Patrimonio di San Pietro fin dal 787. La sua importanza politica ed economica emerse nel XII secolo con trattati commerciali con Pisa, Genova e Venezia, grazie alla vicinanza del mare e dei fiumi Marta e Mignone, navigabili all’epoca.

Da metà del XII secolo, Corneto divenne un libero comune, diventando avversaria di Tuscania e Viterbo, entrambe nell’entroterra. Nel XIII secolo, la città si legò sempre più a Roma e diventò un importante centro per la produzione di grano, conosciuta come “horreum urbis” (magazzino pubblico della città).

Nel 1328, M. Vitelleschi tentò di creare una signoria ma fu ucciso in una rivolta popolare due anni dopo. Tra il XV e il XVI secolo, Corneto subì una costante decrescita, segnata dal consolidamento del potere dei Vitelleschi e dall’ingerenza della Chiesa, evidenziata dall’assedio e dal saccheggio della città nel 1355. Nel 1435, Eugenio IV elevò Corneto a sede vescovile.

Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, due gravi pestilenze ridussero la popolazione di due terzi. Ciò segnò l’inizio di un periodo di decadenza anche per il patrimonio edilizio. Nel XVIII secolo, furono fatti tentativi di risanamento dell’economia cornetana, inclusi interventi al porto sotto il pontificato di Clemente XII (1738-1748).

Dal 1815 al 1870, Corneto fu sotto il dominio dello Stato Pontificio, fino a quando fu annessa al Regno d’Italia. Le vicende successive sono legate allo sviluppo dello stato italiano.

Quante tombe ci sono nella Necropoli di Tarquinia?

La Necropoli di Tarquinia ospita circa seimila tombe, di cui almeno duecento sono decorate con affreschi e dipinti. Tuttavia, non tutte sono accessibili al pubblico, poiché attualmente solo circa ventidue tombe sono aperte alle visite.

Tra le tombe più importanti, dove gli affreschi conservano colori vividi, vi sono la Tomba dei Leopardi, la Tomba dei Giocolieri, la Tomba delle Baccanti, la Tomba del Guerriero, la Tomba del Fiore di Loto, la Tomba della Caccia e della Pesca, la Tomba dei Demoni Azzurri, la Tomba Fiorellini, la Tomba dell’Orco, la Tomba dei Caronti e la Tomba Moretti.

Cosa vedere nelle tombe etrusche

Le tombe di Tarquinia presentano una struttura simile a quella delle abitazioni tradizionali, con corridoi e tetti. Sono scavate nella roccia e si accede ad esse tramite corridoi inclinati o gradini, ospitando solitamente coppie di sepolcri.

La caratteristica principale di queste necropoli sono gli affreschi, dipinti sulle pareti su uno strato sottile di intonaco. I dipinti raffigurano spesso scene della vita quotidiana, ma con una sfumatura magica e religiosa. Banchetti, danze, musica, paesaggi e giochi segnano un rituale di transizione che collega il mondo dei vivi con quello dei defunti.

A partire dal V secolo a.C., i dipinti assumono una tonalità più cupa e nelle rappresentazioni compaiono demoni e mostri, riflettendo un cambiamento nella concezione della morte, meno legata alla vita e più drammatica. Dal IV secolo a.C., si nota anche un’influenza greca, con la presenza di eroi mitologici nei dipinti.

Alcuni degli affreschi sono stati rimossi dalle tombe e sono ora esposti nel museo archeologico di Tarquinia.

Oltre agli affreschi, nelle tombe si trovano anche sculture, sarcofagi e monumenti che hanno permesso di ricostruire non solo lo stile di vita degli etruschi, ma anche la loro moda, in particolare per quanto riguarda i gioielli.

Quanto dura la visita alla Necropoli di Tarquinia, orari e prezzi

La visita alla Necropoli di Tarquinia dura circa un’ora e mezza, ma è consigliabile avere più tempo a disposizione per visitare anche il Museo archeologico nazionale di Tarquinia. In tal caso, la visita si estende a circa tre ore e mezza, consentendo di ammirare gli affreschi rimossi dalle tombe ed esposti al museo.

È possibile prenotare visite guidate sia per la necropoli che per il museo, con una durata complessiva di circa tre ore.

Per quanto riguarda i prezzi, il costo dell’ingresso alla sola necropoli o al solo museo è di 6 euro (2 euro con tariffa ridotta), mentre il biglietto cumulativo per entrambi i siti costa 10 euro (4 euro ridotto) ed è valido per due giorni.

L’ingresso è gratuito per i visitatori fino ai 18 anni, mentre sono previste agevolazioni per i giovani sotto i 25 anni.

La necropoli e il museo sono aperti tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9:00 alle 19:30, con ultimo ingresso consentito un’ora prima della chiusura.

Altre info qui.

Come arrivare alle Necropoli di Tarquinia in Bus?
  • Da Porto di Civitavecchia 52 min
  • Da Casalotti 243 min
  • Da Parco Acquatico Hydromania 245 min
  • Da Ospedale San Filippo Neri 228 min
  • Da Aeroporto Di Roma-Fiumicino 244 min
  • Da Università Cattolica Del Sacro Cuore 224 min
  • Da Policlinico Universitario Agostino Gemelli 215 min
  • Da Ospedale Sant’Andrea1 73 min
  • Da Ospedale San Pietro Fatebenefratelli 194 min
Come arrivare alle Necropoli di Tarquinia in Treno?
  • Da Ospedale San Filippo Neri 138 min
  • Da Aeroporto Di Roma-Fiumicino 148 min
  • Da Università Cattolica Del Sacro Cuore 139 min
  • Da Policlinico Universitario Agostino Gemell i135 min

Fermata Bus vicino alle Necropoli di Tarquinia

  • Tarquinia | Via Croci Via Ripagretta, 5 min a piedi
  • Tarquinia | Piazzale Europa, 8 min a piedi

Fermata Treno vicino alle Necropoli di Tarquinia

  • Tarquinia, 34 min a piedi

Linea Bus per le Necropoli di Tarquinia

  • COTRAL, Civitavecchia | Piazza V. Emanuele Ii – Viterbo | Riello
  • COTRAL, Tarquinia – Monteromano – Viterbo
  • COTRAL, Tarquinia Barriera S.Giusto – Monte Romano | Piazza Statuto
  • COTRAL, Civitavecchia Dep. – Civitavecchia – Tarquinia – Monteromano – Viterbo
  • COTRAL, Tarquinia Barriera S.Giusto – Viterbo | Riello
  • COTRAL, Civitavecchia | Deposito – Blera | Piazza Giovanni Xxiii
  • COTRAL, Tarquinia | Lido – Blera | Via Monteromano
  • COTRAL, Tarquinia Barriera S.Giusto – Blera | Via Monteromano
  • COTRAL, Civitavecchia | Deposito – Vejano | Piazza Diaz
  • COTRAL, Civitavecchia | Deposito – Viterbo | Riello
  • COTRAL, Blera | Piazza Giovanni Xxiii – Civitavecchia | Piazza V. Emanuele II
  • COTRAL, Blera | Via Monteromano – Civitavecchia | Deposito
  • COTRAL, Blera | Via Monteromano – Tarquinia Barriera S.Giusto
  • COTRAL, Viterbo | Riello – Civitavecchia | Deposito
  • COTRAL, Viterbo – Monteromano – Tarquinia
  • COTRAL, Viterbo – Monteromano – Tarquinia – Civitavecchia Deposito
  • COTRAL, Viterbo | Riello – Tarquinia | Lido
  • COTRAL, Vejano | Piazza Diaz – Civitavecchia | Piazza V. Emanuele Ii
  • COTRAL, Viterbo | Riello – Montalto | Piazza Tarquinia
  • COTRAL, Blera | Piazza Giovanni Xxiii – Civitavecchia | Deposito

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FonteUfficiale.com