Un uomo ha restituito dopo 50 anni un prestito di un milione di lire ricevuto da un amico (mantenendo la promessa fatta con una stretta di mano)

Un pensionato di Parabita, in provincia di Lecce, ha ricevuto un pacco anonimo contenente una lettera e 1.050 euro, equivalenti a circa un milione delle vecchie lire. Quella somma era stata prestata da suo padre, defunto da 20 anni, a un uomo la cui identità rimane ancora sconosciuta

Un uomo ha restituito dopo 50 anni un prestito di un milione di lire ricevuto da un amico (mantenendo la promessa fatta con una stretta di mano)

Un uomo ha restituito dopo 50 anni un prestito di un milione di lire ricevuto da un amico (mantenendo la promessa fatta con una stretta di mano). Nei giorni scorsi, Biagio Giaffreda, un pensionato di Parabita, in provincia di Lecce, ha ricevuto un pacco anonimo contenente una lettera e 1.050 euro, equivalenti a circa un milione delle vecchie lire. Quella somma era stata prestata da suo padre, Giovanni Giaffreda, ormai defunto da 20 anni, a un uomo la cui identità rimane ancora sconosciuta. Il pacco è stato consegnato a un amico di fiducia, incaricato dal misterioso debitore di portare il denaro e la lettera ai figli di Giovanni, come ultimo gesto di riconoscenza dopo mezzo secolo.

La storia del prestito e la promessa segreta

Il prestito risale agli anni Settanta ed era stato concordato con una semplice stretta di mano, un patto tra uomini d’onore che aveva una condizione precisa: nessuno, né le rispettive famiglie né altri conoscenti, avrebbe dovuto sapere dell’accordo. Nella lettera, scritta a mano, l’anziano debitore ha raccontato di aver chiesto aiuto a diversi amici in un momento di difficoltà, ma solo Giovanni Giaffreda aveva tirato fuori i soldi senza esitazioni. «Fece appena in tempo a farmi parlare e il giorno dopo cacciò dalla tasca i soldi richiesti e me li affidò», si legge nel testo.

L’uomo, che oggi dovrebbe avere circa 80 anni, ha spiegato di aver ritrovato una vecchia lista in cui aveva segnato tutti i prestiti ricevuti e restituiti nel corso degli anni. Accanto al nome di Giovanni, però, mancava il simbolo che indicava il debito saldato. Da lì è nata la decisione di rimediare, anche se in ritardo, per mantenere fede alla parola data. «Ora potrò morire in pace», ha scritto alla fine della lettera.

La consegna e la reazione della famiglia

Il pacco è stato affidato a un uomo di Parabita, scelto dal mittente come intermediario perché considerato degno di fiducia. La consegna è avvenuta in presenza di due dei tre figli di Giovanni, come richiesto dall’anziano. Biagio Giaffreda ha raccontato di essere rimasto profondamente colpito dal gesto, tanto da decidere di devolvere parte della somma in beneficenza, destinandola a un centro per anziani di Parabita. «Ho sentito l’esigenza di raccontare questa storia pubblicamente», ha detto Biagio, sperando che il messaggio possa in qualche modo raggiungere il misterioso benefattore.

La lettera si chiude con una frase che riassume il senso dell’intera vicenda: «Sono le tre di notte ma la mia coscienza si potrà tacitare e quindi io dormire». Una storia di lealtà e gratitudine che sembra appartenere a un’epoca passata, ma che ancora oggi riesce a emozionare.

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