Google ha insegnato a due mini-robot il gioco del calcio, aprendo la strada a un possibile futuro di partite robotiche
L’intelligenza artificiale di Google ha insegnato a due mini-robot a giocare a calcio. Nel mondo dell’innovazione, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuovi orizzonti. L’ultima dimostrazione? Google ha insegnato a due mini-robot il gioco del calcio, aprendo la strada a un possibile futuro di partite robotiche.
L’idea di una partita di calcio tra robot sembra fantascienza, ma un primo passo è stato fatto. Due mini-robot, sviluppati dall’azienda Robotis, sono stati addestrati dall’intelligenza artificiale DeepMind di Google per sfidarsi in un mini campo da gioco. Questi automi, alti solo 51 centimetri e dotati di 20 articolazioni, si sono scontrati in 50 partite, una sfida uno contro uno che ha catturato l’attenzione degli esperti.
Lo studio, chiamato OP3 Soccer, è stato condotto da un team di ingegneri informatici e robotici presso il comparto londinese di Google. Utilizzando un metodo innovativo chiamato “apprendimento per rinforzo”, gli algoritmi hanno imparato autonomamente ogni mossa tecnica e tattica, simile al processo di apprendimento umano. Ogni gesto ben eseguito è stato premiato, permettendo a DeepMind di distinguere i movimenti corretti da quelli sbagliati.
Ma la strada verso il campo da gioco non è stata senza ostacoli. Per evitare danni ai robot durante l’addestramento, una fase preliminare è stata condotta utilizzando simulazioni virtuali. Una volta apprese le basi, i robot sono stati trasferiti sul terreno di gioco, grazie a una telecamera posta sulla loro testa e a un sistema di registrazione dei movimenti.
I risultati sono stati sorprendenti: i robot addestrati con l’intelligenza artificiale sono stati molto più veloci e agili dei loro omologhi addestrati con metodi tradizionali. Nonostante il loro stile di gioco buffo e inatteso, i robot hanno dimostrato di avere un grande potenziale.
Anche se il calcio robotico non è ancora una realtà, questo studio apre nuove porte per l’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo dello sport. Resta da vedere cosa riserverà il futuro, ma per ora i piccoli calciatori umani possono dormire sonni tranquilli: il loro posto nel campo da gioco è ancora ben saldo.