Il luppolo è una pianta che offre un’opportunità di guadagno considerevole, con i suoi germogli che possono valere fino a 1.000 euro al chilogrammo
La pianta che può farti guadagnare 1.000 euro al kg. Il luppolo è una pianta che offre un’opportunità di guadagno considerevole, con i suoi germogli che possono valere fino a 1.000 euro al chilogrammo. Questo rende la coltivazione del luppolo un’interessante prospettiva economica, anche se richiede dedizione e cura.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il luppolo non è destinato alla produzione di birra, ma i suoi germogli sono altamente apprezzati per altri usi. La vendita di prodotti agricoli può offrire soddisfazioni economiche, e il luppolo rappresenta un esempio di ortaggio raro che gode di una forte domanda sul mercato.
La pianta di luppolo
La pianta di luppolo, conosciuta anche come asparago selvatico, ha guadagnato fama per i suoi germogli pregiati, che possono valere fino a 1.000 euro al chilogrammo a causa della loro rarità. Pur essendo nota principalmente per la produzione di birra, i suoi germogli, noti come bruscandoli in Italia, sono apprezzati per il loro gusto caratteristico, leggermente amaro e talvolta terroso, guadagnandosi il soprannome di “tartufi del Nord“.
I bruscandoli sono particolarmente popolari nella cucina belga e olandese, ma stanno diventando sempre più diffusi anche in altre parti del mondo, soprattutto in ambiti culinari di lusso o per occasioni speciali. Nonostante le loro proprietà benefiche, i bruscandoli sono considerati piuttosto pregiati e hanno un costo elevato, offrendo buoni margini di guadagno per chi si dedica alla loro coltivazione.
Tuttavia, ottenere tali guadagni non è facile, poiché la produzione dei germogli richiede particolare attenzione. La germogliazione della pianta di luppolo non è pianificabile, avviene spontaneamente e in modo imprevedibile, il che rende difficile stimare quantità e vendite future.
Nonostante ciò, è possibile raccogliere i bruscandoli, che crescono selvatici in molti boschi del Belgio e, in misura minore, anche in alcune località italiane tra marzo e maggio. Tuttavia, la somiglianza con gli asparagi selvatici e la loro scarsa presenza nella cucina quotidiana rendono difficile il loro riconoscimento per molti.
La raccolta dei germogli richiede estrema cura, poiché sono delicati, e il consumo deve avvenire poco dopo la raccolta per preservarne la freschezza.
Come si coltiva il luppolo?
Per coltivare il luppolo, è importante seguire alcune indicazioni specifiche per le esigenze di questa pianta.
Ecco i punti principali da considerare:
- Esposizione alla luce solare: il luppolo ha bisogno di almeno 6/8 ore di luce solare al giorno, quindi l’area di coltivazione dovrebbe essere orientata a sud.
- Ricircolo d’aria nel terreno: è importante garantire un buon ricircolo d’aria nel terreno per evitare malattie e parassiti.
- Protezione dalle condizioni climatiche estreme: il luppolo ha bisogno di riparo da venti forti e da eccessive temperature calde.
- Terreno fertile: il terreno dovrebbe essere fertile, con un pH compreso tra 6 e 7,5 e un buon drenaggio. Nei terreni argillosi è consigliabile aggiungere sabbia e ghiaia per migliorare il drenaggio.
Per piantare il luppolo, è consigliabile seguire questa procedura:
- Creare una collinetta di terra alta circa 15 cm.
- Posizionare il rizoma (una ramificazione della radice) in orizzontale con le radici verso il basso a circa 10 cm di profondità. È possibile anche partire dal seme, ma è consigliabile farlo germinare in un vasetto prima della piantagione.
- Mantenere sempre umida la terra intorno al rizoma.
- Posizionare al massimo 2 rizomi per ogni collinetta, assicurandosi che siano della stessa varietà.
- Distanziare le collinette per evitare intrecci.
- Applicare del pacciame (paglia, foglie secche, ecc.) intorno e sulla superficie della collinetta.
- Realizzare una struttura di sostegno per i tralci di almeno 2,5/3 metri, utilizzando elementi già presenti o piantando un palo resistente.
- Utilizzare reti a maglie larghe per semplificare l’arrampicamento e la raccolta dei germogli.
- La stessa procedura può essere adattata alla coltivazione in vaso, assicurandosi di mantenere sempre umido il terreno, mentre il luppolo nel terreno non richiede irrigazione durante la fase invernale. La produzione può iniziare già dopo un anno dall’impianto, ma diventa più stabile a partire dal terzo anno.
Come guadagnare con i germogli di luppolo?
I germogli di luppolo possono rappresentare un’opportunità di guadagno per gli appassionati di agricoltura o per coloro che desiderano intraprendere questa attività professionale. Tuttavia, ci sono alcune informazioni fondamentali da considerare:
La quantità di germogli non è facilmente prevedibile.
- I germogli di luppolo fioriscono in primavera.
- È importante ridurre al minimo il tempo tra la fioritura e il raccolto, così come tra il raccolto e il consumo o la vendita.
- Pertanto, è necessaria una pianificazione attenta per organizzare la vendita dei germogli in modo efficace. Questa verdura è particolarmente apprezzata in Belgio e nei Paesi Bassi, dove è possibile ottenere prezzi fino a 1.000 euro al chilogrammo.
L’esportazione dei germogli richiede un’organizzazione più complessa, più adatta alle aziende agricole che ai singoli coltivatori. Tuttavia, molti piccoli imprenditori locali si mettono in contatto con aziende estere importatrici per vendere i loro prodotti agroalimentari.
Anche in Italia, i germogli di luppolo, noti come bruscandoli, sono molto richiesti da privati, ristoratori e rivenditori. Il potenziale guadagno dipende dagli sforzi dedicati a questa attività, che può essere un piccolo incentivo per le vacanze estive o una vera e propria professione, magari variando con la coltivazione di ortaggi stagionali diversi.
Tuttavia, è importante attenersi alla normativa vigente, sia in Italia che nel paese di esportazione, consultando professionisti per garantire la conformità fiscale e rispettare le norme sanitarie e igieniche per la commercializzazione di prodotti alimentari destinati al consumo.
Inoltre, è consigliabile consultare un commercialista per avviare l’attività nel rispetto della legge, a meno che non si sia già un imprenditore agricolo che intende ampliare la propria offerta.