Gli ingegneri giapponesi stanno testando “Kairyu”, l’enorme turbina sommergibile progettata per ottenere energia illimitata dalle correnti oceaniche
Il Giappone ha inventato una turbina sommergibile per ottenere energia illimitata dalle correnti oceaniche. Per ottenere l’elettricità gli ingegneri giapponesi hanno realizzato un prototipo di turbina progettato per fluttuare a 50 metri di profondità sotto la superficie del mare. Questo turbina da oltre 300 tonnellate si chiama Kairyu (termine giapponese che si può tradurre in “corrente oceanica”) e ha da poco superato alcuni test, dopo essere stato immerso per oltre 3 anni in correnti non troppo potenti.
L’obiettivo finale è riuscire a inserire una serie di queste turbine (anche più grandi del prototipo) nel cuore della violentissime correnti Kuroshio (un vortice generato nel cuore del Pacifico settentrionale che colpisce le coste nipponiche a Est). Il Giappone potrebbe, così, disporre di una fonte preziosissima di energia verde in grado di abbattere la forte dipendenza del Paese dai combustibili fossili.
In Giappone, a causa della peculiare geografia, risulta complicata la costruzione di grandi impianti con turbine eoliche, mentre le centrali elettriche sperimentali che sfruttano la forza del mare e gli impianti fotovoltaici galleggianti sono minacciati dai tifoni. Invece, le turbine sommerse sarebbero al riparo dagli eventi atmosferici estremi e potrebbero rappresentare una valida alternativa.
Com’è fatta
La centrale sommergibile Kairyu è stata realizzata dalle società Ishikawajima-Harima Heavy Industries (IHI Corporation) e New Energy and Industrial Technology Development Organization (NEDO), che hanno lavorato alla progettazione del prototipo per molti anni.
La centrale (di colore giallo e blu) si compone di 3 strutture cilindriche principali lunghe una ventina di metri: il “trasformatore / trasmettitore” della corrente al centro (collegato a una pinna per resistere alla pressione oceanica) e i “due generatori ai lati“, sormontati da “due enormi turbine” alte 11 metri.
Come funziona
La centrale Kairyu è ancorata al fondale marino, dal quale parte il cavo collegato alla rete. Una volta “liberata” in mare è in grado di orientarsi per raccogliere quanta più energia possibile dalla corrente e può mantenersi stabile facendo ruotare le turbine anche in direzione opposta.
Al momento la centrale è stata testata in correnti relativamente lente (fino a 4 nodi, un flusso da 2 metri al secondo), dalle quali è stata in grado di estrapolare 100 kilowatt di potenza. È una quantità di energia limitata se confrontata alla produttività di una turbina eolica offshore di medie dimensioni, in grado di generare 3,6 megawatt. Tuttavia, qualora Kairyu si dimostrasse in grado di affrontare la corrente Kuroshio, gli ingegneri costruiranno un modello molto più grande, in grado di arrivare a 2 megawatt di potenza.
I ricercatori di IHI stimano che da questa corrente oceanica possano essere “strappati” oltre 200 gigawatt di corrente elettrica, una quantità sufficiente a soddisfare un’ampia fetta del fabbisogno nazionale nipponico.