E’ stata scoperta la parte del cervello che si attiva quando si canta

Si trova nella parte superiore del lobo temporale, nella “corteggia uditiva”, ed è formata da neuroni che rispondono solo ai brani cantati

E' stata scoperta la parte del cervello che si attiva quando si canta
E’ stata scoperta la parte del cervello che si attiva quando si canta. Un nuovo studio, pubblicato dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) su Current Biology, ha scoperto che esiste una specifica “popolazione di neuroni” che si attiva solo quando sentiamo cantare e non quando la melodia non è accompagnata dalla voce. Nello specifico, sulla corteggia uditiva, ci sono neuroni specifici per il canto (che i ricercatori hanno identificato nella parte superiore del lobo temporale) vicino a regioni selettive per la voce e la musica.

Sam Norman-Haignere, ex ricercatore post-dottorato del MIT che ora è assistente professore di neuroscienze presso il centro medico dell’Università di Rochester (New York), ha affermato: “Esiste una popolazione di neuroni che risponde al canto, e poi molto vicino c’è un’altra popolazione di neuroni che risponde ampiamente alla musica. Con la risonanza magnetica funzionale, queste popolazioni sono così vicine da non poter essere distinte, ma attraverso le registrazioni dell’attività elettrica del cervello, abbiamo ottenuto una risoluzione aggiuntiva che ci ha permesso di distinguerle”.

Le registrazioni neurali

Queste registrazioni neurali (ottenute con una tecnica note come “elettrocorticografia (ECoG)” che consente di registrare l’attività elettrica mediante elettrodi posti all’interno del cranio), hanno offerto un quadro molto più preciso rispetto alla risonanza magnetica funzionale (che misura il flusso sanguigno nel cervello come variabile dell’attività neuronale).

L’elettrocorticografia non viene eseguita come esame di routine, perché è una procedura invasiva. Viene, spesso, utilizzata per monitorare i pazienti con epilessia che stanno per sottoporsi a un intervento chirurgico per il trattamento delle convulsioni. Questi pazienti vengono monitorati per diversi giorni, in modo che i medici possano determinare l’origine dei loro attacchi prima dell’intervento e, durante questo periodo, se d’accordo, gli stessi pazienti possono partecipare a studi che implicano la misurazione della loro attività cerebrale durante l’esecuzione di determinati compiti.

Per questo studio, i neuroscienziati del MIT sono riusciti a raccogliere dati da 15 partecipanti, registrando la loro attività neurale durante la riproduzione di uno stesso set di 165 suoni (inclusi diversi tipi di conversazione, brani cantati e musica strumentale, oltre a suoni quotidiani come lo schiocco delle dita o l’abbaiare di un cane).

Le registrazioni intracraniche sono state, poi, confrontate matematicamente con i dati di risonanze magnetiche funzionali ottenute in uno studio del 2015, il che ha permesso di dedurre quali tipi di popolazioni neurali avessero prodotto i dati registrati da ciascun elettrodo.

Norman-Haignere ha spiegato: “Quando abbiamo applicato il metodo matematico a questo set di dati, è emerso un modello di risposta neurale che rispondeva solo al canto. Questa è stata una scoperta che davvero non ci aspettavamo, quindi giustifica molto l’intero obiettivo della ricerca, che è quello di rivelare elementi potenzialmente nuovi che potresti non pensare di cercare“.

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FonteUfficiale.com