La siccità ha fatto riemergere le “pietre della fame” recanti incisioni relative alla carestia che ha colpito le zone dell’Europa centrale in diverse epoche
L’Europa ha affrontato una delle sue estati più torride degli ultimi anni. In particolare nell’area centrale, che comprende parti della Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Ungheria, il fiume Elba prosciugato ha portato alla luce dei massi con delle incisioni, noti come “Hunger Stones“. Si tratta delle “pietre della fame” le cui iscrizioni sono dei memoriali della carestia che ha colpite queste zone. Nel corso della storia, infatti, la siccità è stata la principale causa della scarsità di risorse. Sebbene i libri di vari periodi testimonino la devastazione provocata dalla siccità, questi massi ci forniscono una visione molto più profonda ed emotiva degli orrori della vita quotidiana afflitta dalla carestia e dalla crisi economica. Il fiume in ritirata ha fatto ricomparire le misteriose incisioni, ricordando alla popolazione locale un periodo difficile.
A partire dall’estate 2018, più di una dozzina di “pietre della fame” sono apparse lungo il fiume Elba, trasmettendo messaggi sinistri. Uno di loro, risalente al 1616 recita: “Se mi vedi, piangi“. Un altro avverte degli orrori causati dal basso livello dell’acqua: “Se vedrai ancora questa pietra, piangerai, l’acqua era così bassa nell’anno 1417” e ancora “Chi mi ha visto una volta, ha pianto. Chi mi vede ora piangerà. Abbiamo pianto e piangerete“. I periodi a cui risalgono queste iscrizioni erano molto vulnerabili a tali disastri naturali. La siccità influiva sui raccolti, ma rendeva anche impossibile il trasporto fluviale, poiché le barche non potevano navigare in acque così poco profonde, fermando il commercio. Ciò ha causato ulteriormente carestia e altri problemi legati all’economia. Con il progredire della tecnologia, questi massi non sono nient’altro che punti di riferimento che ricordano la sofferenza causata dalla siccità, diventando portatori dei disagi subìti.
La siccità fa riemergere le “pietre della fame”
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