La siccità del Rio delle Amazzoni ha fatto riemergere alcuni volti umani scolpiti nella pietra circa 2 mila anni fa
La siccità in Amazzonia fa riemergere dozzine di volti scolpiti nella pietra.
Una grave siccità sta attanagliando l’Amazzonia, colpendo vasti territori del Brasile. Questa condizione, attribuita all’influenza di El Niño e ai cambiamenti climatici globali, ha portato i livelli dei fiumi a minimi storici in molte parti del paese a causa della mancanza prolungata di precipitazioni. Tuttavia, questa situazione ha portato alla riscoperta di incisioni rupestri che raffigurano volti umani e altre forme, di cui si conosce ancora molto poco. Queste incisioni erano state viste per l’ultima volta più di dieci anni fa, durante una simile carenza d’acqua. Al momento, non si sa chi le abbia scolpite né con quale scopo.
Solitamente, questi enigmatici volti sono sommersi dalle acque del Rio Negro, in un sito noto come Ponta das Lajes, vicino alla città di Manaus, nel punto in cui il Rio Negro si unisce al Rio delle Amazzoni. Attualmente, il livello del Rio Negro è il più basso degli ultimi 121 anni, scendendo per la prima volta sotto i 13 metri di profondità nell’ultima settimana. A causa di questa carenza d’acqua, sono riemersi dozzine di volti, molti di più di quanti siano riemersi nel 2010, quando la siccità abbassò il livello dell’acqua a 13,63 metri.
Gli archeologi, tuttavia, non sono certi di quale popolazione precolombiana possa essere stata responsabile di queste incisioni. “Sappiamo che la regione è un sito precoloniale con evidenze di insediamenti che risalgono a circa 1.000-2.000 anni fa”, ha spiegato l’archeologo Jaime Oliveira ai media locali. “Ciò che vediamo sono rappresentazioni di figure antropomorfe”.
Accanto a questi volti, che mostrano una serie di espressioni facciali, gli archeologi hanno trovato una roccia con solchi che potrebbero essere stati realizzati da antichi cacciatori o guerrieri indigeni che affilavano le loro frecce.
L’attuale siccità nell’Amazzonia brasiliana ha già causato gravi danni, con oltre 120 delfini di fiume trovati morti durante l’ultima settimana di settembre a causa delle temperature dell’acqua insolitamente elevate. Nella città di Manaus, la più popolata di tutta l’Amazzonia con oltre 2 milioni di abitanti, negli ultimi giorni si sono registrati livelli di inquinamento atmosferico molto più elevati a causa delle polveri e dei fumi degli incendi che hanno devastato le foreste circostanti. Questo si aggiunge alla marcata carenza di risorse idriche, che ha raggiunto un punto critico minacciando la vita di migliaia di specie vegetali e animali e lasciando a secco numerose imbarcazioni nel porto.
Per gli abitanti di Manaus, il fatto che questi antichi volti siano riemersi è visto come un presagio di ciò che potrebbe accadere se non si interverrà per fermare il cambiamento climatico. “Veniamo qui, guardiamo queste incisioni e pensiamo che siano belle. Ma allo stesso tempo, è qualcosa di inquietante… Personalmente mi chiedo se questo fiume esisterà ancora tra 50 o 100 anni”, ha concluso Ribeiro, un residente locale.