I giganti sono esseri dall’aspetto umano ma di straordinaria statura e potenza, che compaiono nelle mitologie, nel folclore e nelle fiabe di molte culture
I giganti sono esseri dall’aspetto umano ma di straordinaria statura e potenza, che compaiono nelle mitologie, nel folclore e nelle fiabe di molte culture.
In molte tradizioni indoeuropee, i giganti sono creature associate all’origine stessa del cosmo, e rappresentano il caos primordiale a cui gli dèi si oppongono (questo tema per esempio ricorre sia nella mitologia greca che in quella norrena).
In genere, sono rappresentati come esseri di grande forza, estremamente longevi, e spesso depositari di una grande conoscenza, ma tuttavia immorali e distruttivi.
Nel folclore, questa immagine generale si è parzialmente trasformata: i giganti delle fiabe come “Jack e la pianta di fagioli” sono stupidi, violenti e divorano gli esseri umani (specialmente i bambini); le loro caratteristiche sono quasi del tutto sovrapposte a quelle degli orchi. Esistono infine anche caratterizzazioni atipiche, come quella di Oscar Wilde, in cui i giganti appaiono intelligenti e amichevoli.
I giganti biblici
La Bibbia fa riferimento ad un’antica razza nota come nephilim (“i caduti”), una stirpe di giganti ibridi nati dall’unione tra creature angeliche e donne umane. Inoltre, la Bibbia riporta anche la celebre storia della lotta tra David e il gigante Golia, sebbene Golia non sia descritto come un “nephilim“, ma semplicemente come un campione alto circa 210 cm.
Questo argomento viene approfondito anche nel Libro dei Giganti contenuto nel Libro di Enoch, il quale descrive i giganti come figli di angeli ribelli che si unirono alle donne terrestri per insegnare agli umani la lavorazione dei metalli e altre attività contrarie alle leggi divine. Questo ha portato alla rottura dell’armonia tra gli esseri umani e alla diffusione della corruzione. Gli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele hanno notato la situazione e si sono rivolti a Dio, il quale ha fatto imprigionare gli angeli decaduti per mezzo degli arcangeli stessi. Attraverso i suoi profeti, tra cui Enoch, il progenitore di Noè, Dio ha annunciato un diluvio universale che avrebbe distrutto il mondo, purificandolo dal male e salvando solo Noè e i suoi figli.
I giganti greci
Nella mitologia greca, i giganti erano esseri immortali come le divinità e, come ricorda Esiodo, erano i figli di Urano e Gea. Queste creature scatenarono una guerra con gli dei dell’Olimpo chiamata Gigantomachia, che fu conclusa grazie all’intervento di Ercole.
Secondo la credenza greca, alcuni giganti, come Encelado, furono sepolti nelle profondità della terra e i terremoti erano interpretati come i loro sussulti sotto la superficie. Altre creature gigantesche della mitologia greca, come i ciclopi, gli ecatonchiri e i titani, sono invece distinte dai giganti.
I Titani, i Ciclopi e gli Ecatonchiri sono creature mitologiche della Grecia antica, ma non sono da confondere con i Giganti (anche noti come Ctoni), che invece erano caratterizzati dalla loro imponente altezza.
Nella mitologia greca i giganti sono divisi in due categorie principali. La prima categoria è composta dai 24 giganti che hanno partecipato alla gigantomachia, ovvero la guerra tra i Giganti e gli Dei dell’Olimpo. Questi giganti avevano un corpo metà umano e metà bestia, spesso serpente. Erano considerati estremamente potenti e potevano essere sconfitti solo da un semidio con l’aiuto di un Dio. Ognuno di loro era nato per distruggere una divinità specifica, ad esempio Porfirione era nato per distruggere Zeus ed era considerato il più famoso tra i Giganti.
Si racconta anche di come Pallade, figlio del re di Atene Pandione, avesse generato una stirpe di uomini dal corpo enorme, giganti.
- Alpo: gigante siciliano, figlio di Gea sconfitto da Dioniso.
- Damiso il più veloce dei giganti.
- Gigeni: tribù di giganti a sei braccia figli di Gea (o di Rea identificata con la dea madre Cibele) affrontati dagli Argonauti.
Giganti figli di Poseidone
- Anteo: re di Libia, ucciso da Eracle.
- Orione: il gigante cacciatore, amante di Eos.
- I liguri Alebione e Dercino.
- Crisaore figlio di Medusa
- Gli Aloadi.
- Idas: non fu un vero e proprio gigante, ma la sua altezza era superiore a quella dei suoi contemporanei e quella del suo gemello Linceo figlio di Afareo.
Giganti figli di Ares
- Diomede: re dei Bistoni.
- Cicno il brigante.
- Licaone re di Macedonia. Come Cicno e Diomede è stato ucciso da Eracle, ma non ci è pervenuto il mito.
Giganti figli di Efesto
- Caco il mostruoso razziatore di bestiame, era in grado di sputare fuoco.
- Talos: gigante di bronzo, non era figlio di Efesto, ma fu creato da lui, così che Zeus potesse metterlo a guardia di Europa.
Giganti figli di Zeus
- Tizio figlio di Zeus
- Elara, prigioniero nel Tartaro.
I giganti norreni
Nella mitologia germanica, soprattutto in quella norrena, i giganti (jötnar in antico norvegese) sono una figura predominante, soprattutto nella cosmogonia.
I giganti esistono infatti fin dall’inizio del mondo, il quale ebbe origine proprio dal corpo di un gigante, Ymir, spesso accostato a Yama della mitologia indiana.
Come in altre mitologie indoeuropee, i giganti nella mitologia norrena rappresentano il caos ancestrale che minaccia costantemente il mondo razionale e ordinato degli dèi (con i quali, tuttavia, sono imparentati in modi complessi).
Molti dei mostri più terribili che abitano la terra sono giganti o discendenti di giganti. Secondo la tradizione mitologica norrena, nell’ora del Ragnarǫk, il “crepuscolo degli dèi” che porrà fine al mondo, i giganti attaccheranno la divina città di Ásgarðr.
Jǫtunn
Nella mitologia norrena, Jǫtunn (plurale Jǫtnar), noto anche come Jotunn o Jotun (in islandese Jötunn), indica un gigante mitico dotato di una forza sovrumana, spesso descritto in opposizione agli dèi, ma che talvolta si associa o addirittura si sposa con essi, sia con gli Asi che con i Vani.
In norreno venivano chiamati jǫtnar (jǫtunn al singolare), o risi (singolare e plurale). Aaltre varianti erano bergrisi o þursar (þurs al singolare), hrímþursar. Una gigantessa poteva anche essere chiamata gýgr.
Il termine Jǫtunn deriva probabilmente dal proto-germanico “*etunaz“, nominativo di “mangiare“, e aveva il significato originale di “ingordo” o “mangiatore di uomini“.
Risi, invece, è probabilmente correlato all’inglese “to rise” (ergersi) e significa “persona torreggiante“.
La parola Jǫtunn compare per la prima volta nell’inglese antico come Yotun e diede vita a varianti come Geottin, Eottan e Eontann, da cui si ottengono rispettivamente Yettin, Ettin ed Ent. Nonostante la somiglianza, Yettin non ha nulla a che fare con il leggendario Yeti.
Origini
Il mito delle origini della mitologia nordica racconta che il primo essere vivente a formarsi nel caos primordiale noto come Ginnungagap fu un gigante di dimensioni enormi chiamato Ymir. Il suo nome potrebbe significare “mormorio” oppure “doppio“.
Durante il suo primo sonno, due giganti maschio e femmina crebbero sotto le sue ascelle, si accoppiarono e diedero vita ad un mostro con sei teste. Questi tre esseri diventarono i progenitori della razza degli hrímþursar, conosciuti anche come i giganti della brina o del ghiaccio, che popolarono Niflheimr, il mondo di nebbie, freddo e ghiaccio.
Gli dei, invece, affermano di discendere da Búri, un altro gigante. Quando Odino, Víli e Vé, i nipoti di Buri, uccisero Ymir, il suo sangue (cioè l’acqua) inondò Niflheimr ed uccise tutti i giganti, ad eccezione di uno noto come Bergelmir e la sua sposa, che ripopolarono il loro genere. Questo evento diede inizio alla creazione del mondo, poiché dal corpo di Ymir furono creati tutti gli elementi naturali, come le montagne, le rocce e i fiumi, e il suo cranio fu utilizzato come cielo, le sue ossa come montagne e i suoi capelli come alberi. Odino, Víli e Vé crearono il mondo degli dei, Asgard, e iniziarono a popolarlo con divinità di ogni sorta.
In breve, il mito delle origini nordiche spiega come il mondo è stato creato e come la razza degli dei è emersa come una forza fondamentale nella mitologia nordica. La storia presenta elementi di violenza, ma anche di creazione e di eredità, poiché gli dei discendono da Buri e Ymir, mentre i giganti discendono solo da quest’ultimo.
Nella mitologia norrena, i giganti sono suddivisi in diverse categorie, tra cui:
- Múspellsmegir o “giganti di fuoco”, noti anche come Figli di Muspell, che abitano il Múspellsheimr;
- Hrímþursar o “giganti di brina”, che invece vivono nel Niflheimr;
- Sjǫrisar, o “giganti del mare”, come Ægir e Rán;
- Leirjǫtnar, o “giganti della terra”, tra cui Jǫrð (o anche Fjörgyn) e Hrungnir;
- Vindþursar, o “giganti del vento”, come Kári e Hræsvelgr.
Quando i giganti dimoravano nel Miðgarðr, il mondo degli uomini, sembravano preferire le caverne e i luoghi oscuri. Va comunque precisato che i tipi di giganti menzionati non possono essere completamente ricondotti alle due categorie principali di giganti di fuoco e di brina.
Personaggi dei giganti
I giganti rappresentano le forze della Natura primordiale e selvaggia. La loro sconfitta per mano degli dèi rappresenta la vittoria della cultura sulla Natura, ma a un costo di continua vigilanza. Heimdallr sorveglia costantemente il ponte Bifrǫst che collega Ásgarðr a Jǫtunheimr, mentre Thor spesso si dirige nel mondo dei giganti per sconfiggerli.
In generale, ai giganti viene spesso attribuito un aspetto orrendo: artigli, zanne, pelle nera e lineamenti deformi, senza contare proporzioni generalmente orrende. Alcuni di essi hanno più teste o una forma globalmente non umanoide; per esempio Miðgarðsormr e Fenrir, due dei figli di Loki, erano considerati giganti. Insieme ad un brutto aspetto, viene spesso associato un basso livello di intelligenza. Più di una volta nelle Edda il loro temperamento viene paragonato a quello di un bambino.
Tuttavia, a quelli nominati e descritti più dettagliatamente vengono attribuite caratteristiche opposte. Incredibilmente vecchi, portano la saggezza donata dal tempo. Odino si reca dai giganti Mímir e Vafþrúðnir per guadagnare la sua conoscenza cosmica.
Molte spose degli dèi erano giganti. Njörðr è sposato con Skaði, Gerðr diventa la consorte di Freyr, Odino ottiene l’amore di Gunnlod ed anche Thor, il grande uccisore di giganti, ama Járnsaxa, madre di Magni.
In questo senso, appaiono come dei minori essi stessi, il che può anche essere detto del gigante del mare Ægir, molto più connesso agli dèi che agli abitanti di Jötunheimr. Nessuno di loro teme la luce e nelle loro case si comportano come gli dèi.
Giganti nel folklore scandinavo
In Scandinavia i giganti sono comunemente conosciuti come troll. Non tollerano il suono delle campane delle chiese e quindi preferiscono vivere lontano dalla società, sulle montagne e nelle foreste più remote. Quando, occasionalmente, si avvicinano alla civiltà, sembra che il loro obiettivo principale sia quello di zittire il rumore lanciando grandi massi contro le chiese.
All’inizio del XX secolo, l’autrice svedese Selma Lagerlöf raccontò, nel suo libro “Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson“, la leggenda di un gigante che, in tempi antichi, sollevò due enormi zolle di terra formando i laghi Vänern e Vättern, e le gettò nel Mar Baltico, dove divennero le isole di Gotland e Öland.
Lista di giganti e gigantesse della mitologia norrena
- Ægir
- Alvaldi
- Angrboða
- Aurboða
- Baugi
- Beli
- Bergelmir
- Bestla
- Bölþorn
- Býleistr
- Eggthér
- Fárbauti
- Fjörgyn e Fjörgynn
- Fornjótr
- Gangr
- Geirröd
- Gillingr
- Gjálp e Greip
- Gríðr
- Gunnlöð
- Gymir
- Harðgreipr
- Helblindi
- Helreginn
- Hljod
- Hræsvelgr
- Hrímgerðr
- Hrímgrímnir
- Hrímnir
- Hroðr
- Hrungnir
- Hrym
- Hymir
- Hyrrokkin
- Iði
- Im
- Járnsaxa
- Jǫrð
- Kári
- Laufey
- Leikn
- Litr
- Logi
- Mögþrasir
- Narfi
- Skaði
- Skrýmir
- Sökkmímir
- Surtr
- Suttungr
- Þjazi
- Þökk
- Þrívaldi
- Þrúðgelmir
- Þrymr
- Útgarða-Loki
- Vafþrúðnir
- Váli
- Víðblindi
- Vosud
- Vörnir
- Ymir
I giganti nel folklore
In numerose zone d’Europa la cultura popolare narra di colossi di varia natura, spesso utilizzati per spiegare eventi naturali (come i terremoti) o le grandi costruzioni delle antiche civiltà. Ad esempio, Saxo Grammaticus fa riferimento ai colossi per spiegare i grandi monumenti che oggi sappiamo essere stati eretti dall’Impero Romano. In modo simile, nella mitologia basca i colossi sono menzionati per spiegare i dolmen e i menhir.
Storie di eroi in combattimento con i colossi sono invece più strettamente legate alla mitologia, soprattutto in Galles e in Irlanda. Queste creature sono anche presenti nella letteratura bretone e nei romanzi arturiani; da qui sono giunti fino alle opere di Luigi Pulci, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso ed Edmund Spenser.
Inoltre, esistono molte fiabe che riguardano i colossi, dalla famosa “Jack e la pianta di fagioli” alla fiaba di Oscar Wilde “Il gigante egoista“. Nel folklore, tuttavia, non è sempre facile distinguere i colossi da figure simili come orchi, troll o altri mostri antropomorfi.
I giganti nella letteratura
Gargantua e Pantagruele sono due giganti, padre e figlio, protagonisti di un ciclo di romanzi satirici scritti da François Rabelais e pubblicati a partire dal 1532.
Tra le rappresentazioni dei giganti nelle opere letterarie, è degno di nota “I viaggi di Gulliver“, un romanzo anch’esso satirico di Jonathan Swift del 1726. In questo libro, Swift relativizza il concetto di gigante e mette in luce che anche un uomo normale può apparire un gigante in confronto a creature più piccole. Infatti, il protagonista Gulliver visita nel suo secondo viaggio un paese di giganti, Brobdingnag, ma egli stesso è visto come un gigante nel suo primo viaggio a Lilliput, paese abitato da uomini alti 15-20 cm.
George R. R. Martin, nella sua popolare saga fantasy “Cronache del ghiaccio e del fuoco“, pubblicata dal 1996, descrive un popolo di giganti alti tra i dieci e i quattordici piedi, che cavalcano i mammuth.