Il mostro di Loch Ness è un anfibio gigante, che vive (si presume) nelo lago scozzese Loch Ness
Il mostro di Loch Ness (noto anche come “Nessie”) è una creatura leggendaria che vivrebbe nel Loch Ness, un lago della Scozia. Non esiste, però, alcuna prova dell’esistenza del cosiddetto “mostro” e alcune foto che lo ritrarrebbero si sono verificate essere false o non ritenute significative dal punto di vista scientifico.
Tutti i tentativi di ricerca hanno dato esito negativo, ma la notorietà e il fascino della leggenda sono tali da attirare circa un milione di turisti ogni anno. Inoltre, la leggenda ha avuto negli anni una vasta risonanza mediatica, ispirando la realizzazione di lungometraggi cinematografici, documentari televisivi, narrativa, fumetti, videogame e merchandising.
I primi avvistamenti
Nel VII secolo il monaco irlandese Adamnano di Iona descrisse in una sua opera, “Vitae Sancti Columbae“, un fatto avvenuto oltre un secolo prima. Secondo Adamnano, nel 566 il monaco irlandese San Columba di Iona si trovava nella terra dei Pitti con i suoi compagni, quando incontrò dei residenti locali che seppellivano un uomo vicino al fiume Ness. I residenti spiegarono che l’uomo stava nuotando nel fiume quando fu attaccato da una “bestia d’acqua” che lo sbranò e lo trascinò sott’acqua, nonostante i loro tentativi di salvarlo in barca.
Columba, allora, mandò un seguace, Luigne moccu Min, a nuotare nel fiume. La bestia gli si avvicinò ma Columba fece il segno della croce e ordinò: “Non andare oltre. Non toccare l’uomo. Torna indietro subito“. Allora la creatura si fermò come se fosse stata “tirata indietro con delle funi” ed i due fuggirono.
I credenti nel mostro indicano questa storia, ambientata nel fiume Ness e non nel lago, come prova dell’esistenza della creatura già nel VI secolo. Gli scettici, invece, mettono in dubbio l’affidabilità della narrazione, facendo notare che le storie di bestie d’acqua erano comuni nelle agiografie medievali ed il racconto di Adamnano probabilmente riutilizza un tipo di racconto comune legato ad un punto di riferimento locale. Secondo gli scettici, quindi, la storia di Adamnano potrebbe essere indipendente dalla moderna leggenda del mostro di Loch Ness. Lo scrittore Ronald Binns ritiene, invece, che questo sia il più serio dei vari presunti primi avvistamenti del mostro.
Lo storico Christopher Cairney, infine, utilizza un’analisi storica e culturale specifica per separare la storia di Adamnano dal mito moderno, ma trova lungo la strada un uso precedente (e culturalmente significativo del folklore celtico) della “bestia d’acqua”. Dice che anche che la storia di San Colombano potrebbe essere stata influenzata dai precedenti miti irlandesi sui Caoránach ed un Oliphéist.
Fino al XX secolo non esistono altre testimonianze in merito, eccetto 2 avvenute alla fine del XIX secolo:
- Nell’ottobre 1871 (o 1872) il dottor D. Mackenzie, abitante di Balnain, secondo quanto riferito, vide un oggetto simile ad un tronco (od una barca capovolta) “contorcersi e agitare l’acqua“, inizialmente muoversi lentamente prima di scomparire ad una velocità maggiore. Il resoconto non fu pubblicato fino al 1934, quando Mackenzie inviò la sua storia in una lettera a Rupert Gould, poco dopo l’aumento dell’interesse popolare per il mostro.
- Nel 1888 il muratore Alexander Macdonald, residente ad Abriachan, avvistò “un grosso animale dalle zampe tozze” emergere dal lago e spingersi entro 50 metri dalla riva dove si trovava Macdonald. Egli riferì del suo avvistamento all’ufficiale giudiziario dell’acqua di Loch Ness, Alex Campbell e descrisse la creatura come una salamandra.
Gli altri avvistamenti famosi
A partire dal 1930 sarebbero avvenuti alcuni avvistamenti anche sulla terraferma. Ad esempio, intorno a quell’anno, dei collegiali di Drumnadrochit raccontarono al loro professore di aver visto “un animale davvero straordinario e spaventoso nelle paludi che bordano la baia di Urquhart”.
A partire dal 1933, in seguito all’apertura di una nuova strada che correva lungo le rive del lago, iniziarono gli avvistamenti come quello di George Spicer del 22 luglio. Spicer raccontò all’Inverness Courier di aver visto insieme alla moglie un animale dall’aspetto preistorico che avrebbe attraversato la strada nelle vicinanze del lago. Poi un altro avvistamento venne segnalato il mese successivo dal motociclista Arthur Grant.
Il 22 settembre 1933 l’Inverness Courier riferì che era stato avvistato uno strano animale dai coniugi MacKay, proprietari di un albergo a Drumnadrochit, una località sulla riva del lago, i quali avevano scorto due strane gobbe emergere dall’acqua.
Nel novembre 1933 venne scattata la prima fotografia da Hugh Gray dove si vede un lungo corpo sinuoso che nuota in superficie facendo ribollire l’acqua all’intorno.
A dicembre, un cineasta della Scottish Film Productions, Malcolm Irvine, riuscì a girare una pellicola nella quale il “mostro” è visibile per quasi un minuto mentre nuota alla velocità di circa 15 km l’ora. Nel 1936 Irvine fece anche un secondo filmato nel quale si vede ciò che può sembrare la testa di un animale alzarsi e abbassarsi a ogni movimento del corpo.
Una delle testimonianze fotografiche più note (poi rivelatasi un falso) fu quella passata alla storia come “La foto del chirurgo“, scattata da Robert Kenneth Wilson il 19 aprile del 1934 nei pressi di Invermoriston, con l’amico Maurice Chambers. Wilson scattò diverse fotografie, la più nota delle quali mostrava una silhouette nera, leggermente ricurva all’estremità, circondata da mulinelli concentrici, e alla base sembrava apparire un corpo. La foto venne pubblicata il 21 aprile 1934 sul Daily Mail, uno dei principali tabloid inglesi. Nel 1994 la foto fu smascherata dal “Loch Ness Centre“: in realtà la foto mostrava un sottomarino giocattolo al quale era stata attaccata una sagoma che emergeva dall’acqua a forma di testa di serpente. Il macchinario era stato costruito da Christian Spurling, un amico di Wilson. Il sommergibile fu poi fatto affondare e secondo alcuni si trova ancora da qualche parte sul fondo del lago.
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1934 uno studente di veterinaria, Arthur Grant, affermò di aver quasi investito con la sua motocicletta una creatura, mentre si avvicinava ad Abriachan sulla costa nord-orientale. Disse di aver visto una piccola testa collegata ad un lungo collo mentre balzava sulla strada proprio davanti a lui, la traversava in due salti e arrivava nel forteto in riva al lago, descrivendola come un ibrido tra una foca e un plesiosauro. Grant disse che, una volta in acqua, vide solo delle increspature.
Secondo i suoi racconti la creatura sembrava spostarsi con movimenti laterali di un paio di pinne posteriori e membranose, il collo era serpentiforme e gli occhi larghi incassati nel capo. La lunghezza totale era tra i 4 metri e mezzo ed i 6 metri. Grant realizzò un disegno della creatura, esaminato dallo zoologo Maurice Burton, il quale dichiarò che esso era coerente con l’aspetto e il comportamento di una lontra. Per quanto riguarda la dimensione della creatura, Burton disse che poteva trattarsi di un’osservazione errata a causa delle cattive condizioni di luce. Il paleontologo Darren Naish suggerì che Grant potrebbe aver visto una lontra o una foca, esagerando nel tempo la descrizione dell’avvistamento.
Un avvistamento tipico che si deve alla testimonianza della signora Marjory Moir, e che risale all’ottobre 1936: “Piovigginava leggermente, il lago era grigio, il cielo era grigio e il colore della creatura era grigio scurissimo, in netto contrasto con lo sfondo più chiaro dell’acqua e del cielo. Il mostro era immobile in superficie, rivolto in direzione di Inverness. La lunghezza era di quasi dieci metri; è difficile valutare la distanza esatta che ci separava, tuttavia era abbastanza vicino a noi perché potessimo vederlo molto distintamente. C’erano tre gobbe, la più grande nel mezzo e la più piccola dietro il collo, che era lungo e snello, con una testa piccola e priva di tratti visibili. Immergeva spesso la testa nell’acqua, come per mangiare o forse semplicemente per divertirsi“.
Nel 1955 Peter MacNab dichiarò di essersi fermato nei pressi del castello di Urquhart, che domina il lago, per scattare una foto, quando a un tratto sentì un rumore nell’acqua: ebbe appena il tempo di sostituire l’obiettivo con un teleobiettivo da 150 mm e un enorme animale uscì dall’acqua. MacNabb lo fotografò: nella foto si vedono sia il mostro sia il castello. In confronto con l’altezza del castello, che è di circa 20 metri, si può valutare intorno alla stessa lunghezza la parte emersa dell’animale, ma secondo alcuni la foto mostrerebbe due esemplari. Infatti, se la si esamina attentamente si può notare che le due gobbe non sono esattamente l’una sul prolungamento dell’altra: siccome la seconda è più piccola della prima, si è potuto pensare che si trattasse di un maschio accompagnato dalla femmina o di un giovane che seguiva la madre. Ad esempio, il guardiacoste Alexander Campbell asserì di aver visto il dorso di tre mostri apparire alla superficie del lago: il primo e il secondo erano nettamente più grandi del terzo e mentre il movimento in avanti dei primi due era regolare, il terzo si muoveva a zig zag, come per divertimento.
Nell’aprile del 1960 un ingegnere dell’aeronautica, Tim Dinsdale, filmò una gobba che attraversava l’acqua in una scia potente, a differenza di quella di una barca. La JARIC (centro di analisi delle immagini e di intelligence inglese storicamente conosciuta come MI4) dichiarò che l’oggetto era “probabilmente animato“. Nel 1993 Discovery Communications realizzò un documentario chiamato Loch Ness Discovered che si avvalse di un miglioramento digitale del film di Dinsdale. Un esperto di computer che aveva migliorato il film notò un’ombra nel negativo che non era molto evidente nel positivo. Attraverso il rafforzamento e la sovrapposizione dei fotogrammi, trovò quello che sembrava essere il corpo posteriore, le pinne posteriori e 1-2 gobbe aggiuntive del corpo simile ad un plesiosauro. Egli affermò “Prima di vedere il film, pensavo che il mostro di Loch Ness fosse solo un mucchio di sciocchezze. Dopo aver fatto la valorizzazione, non sono così sicuro“.
Il 27 maggio 1964 l’equipaggio del peschereccio Girl Norma osservò un “mostro” contemporaneamente a 3 uomini che lavoravano alla costruzione di una nuova strada sulle rive del lago. Nel 1968, inoltre, gli accertamenti compiuti dal professor Gordon Tucker del dipartimento di ingegneria elettronica dell’Università di Birmingham rilevarono, con un apparecchio sonar, la presenza di un gigantesco corpo che si muoveva nelle profondità del lago alla velocità di dieci nodi.
Le foto più nitide risalgono al 21 maggio del 1977 e furono scattate da Tony Doc Shiels, uno scrittore, artista, e illusionista inglese. Lo stesso stava osservando il lago da sotto il castello di Urquhart, e proprio allora vide affiorare il lungo collo. Scattò le foto e descrisse il mostro: era di un colore tra il verde e il marrone, con la pancia di una sfumatura più chiara, e la pelle liscia e lucida. L’avvistamento durò per un tempo compreso tra i 4 o 5 secondi. Egli ha poi descritto l’animale come un “elefante calamaro“, sostenendo che il collo lungo nella foto fosse in realtà la proboscide della creatura e che la piccola macchia bianca alla base del collo fosse l’occhio. A causa della mancanza di increspature, le due foto sono state ritenute false da un certo numero di persone, tanto che furono soprannominate Loch Ness Muppet. Shiels, invece, ha sempre sostenuto l’autenticità.
Un avvistamento è avvenuto il 26 maggio 2007 ad opera di Gordon Holmes, un tecnico di laboratorio che ha filmato una sagoma nuotare nel lago.
Un altro risale a fine agosto 2009, ad opera di Jason Cooke, guardia di sicurezza che, per fotografare il presunto mostro, ha utilizzato Google Earth ma anche questo si è rilevato un falso.
Il 27 agosto 2013 il turista David Elder realizzò un video di 5 minuti in cui si nota “un’onda misteriosa” sul lago. Secondo lo stesso Elder, l’onda era prodotta da un “oggetto solido nero” delle dimensioni di circa 4,5 m appena sotto la superficie dell’acqua. Elder, 50enne di East Kilbride, South Lanarkshire, stava scattando una fotografia ad un cigno dal molo di Fort Augustus nella parte sud-occidentale del lago, notò e riuscì ad immortalare lo strano movimento. Affermò che “l’acqua era veramente calma in quel momento e non c’erano increspature dovute alle onde o altre attività sull’acqua.” Gli scettici hanno suggerito che l’onda potrebbe essere stata causata da una raffica di vento.
Nel 2016 un robot sottomarino ha esplorato le profondità del lago realizzando una serie di immagini a 180 metri di profondità nelle quali l’unica traccia del mostro è la sua riproduzione impiegata per le riprese del film Vita privata di Sherlock Holmes del 1970, che rimase abbandonata sul fondale del lago.
Ad agosto 2021, il sonar della Nessie Hunter, imbarcazione utilizzata per far visitare il lago ai turisti, ha rilevato un oggetto di lunghezza di 2,70-4 metri ad una profondità di circa 20 metri.
Ipotesi formulate
La comunità scientifica degli zoologi pensa che il mostro non esiste per tre ragioni:
- Nessun ritrovamento di tracce, resti animali al di sopra di ogni ragionevole dubbio, è stato mai documentato.
- La piramide alimentare di un lago relativamente piccolo come il Loch Ness non potrebbe sostenere la vita di una famiglia di predatori delle dimensioni del presunto mostro.
- Se esistesse un solo mostro, la specie sarebbe da considerarsi irrimediabilmente estinta. Al contrario, se ne esistesse una popolazione in grado di perpetuarsi, non si spiegherebbe il fatto che non vi siano prove più convincenti di quelle portate dai sostenitori.
Per controbattere i dubbi relativi all’alimentazione della creatura è stata avanzata l’ipotesi dell’esistenza di un canale segreto che collega il lago al Mare del Nord. Non vi sono, però, prove dell’esistenza di canali che conducano al mare.
L’ipotesi che riscuote più successo tra i sostenitori dell’esistenza del “mostro” è che si tratti di uno o più esemplari di plesiosauro (o elasmosauro) sopravvissuti all’estinzione. Bisogna precisare, però, che la creatura non si potrebbe comunque definire un dinosauro, poiché i rettili marini dell’era mesozoica erano solo “parenti” dei dinosauri.
Alcuni sostenitori dell’esistenza del mostro affermano che vi sono testimonianze in cui Nessie sarebbe stata vista entrare in acqua con prede cacciate sulla terraferma, e che questo starebbe ad indicare che non si ciba di pesce, mentre riguardo agli spazi essa in tal modo non avrebbe a disposizione solo il piccolo Loch Ness ma anche la terraferma, dove avrebbe potuto rifugiarsi. Le pinne, però, indicherebbero che Nessie è un animale marino, e quindi avrebbe avuto bisogno di ritornare almeno periodicamente in acqua. Gli scettici, però, fanno notare che un animale della stazza di un dinosauro assai difficilmente potrebbe passare inosservato sulla terraferma.