Il kraken è una creatura marina leggendaria di enormi dimensioni, spesso descritto come un gigantesco animale simile a una piovra o a un calamaro
Cos’è il Kraken? Il kraken è una creatura marina leggendaria di enormi dimensioni, spesso descritto come un gigantesco animale simile a una piovra o a un calamaro. Ha tentacoli così grandi e lunghi che potrebbero avvolgere completamente una nave.
La leggenda del kraken ha preso piede soprattutto tra il XVII e il XIX secolo, quando venivano segnalati avvistamenti di creature marine di vario tipo. La maggior parte delle persone concorda sul fatto che almeno alcuni dei kraken avvistati fossero in realtà esemplari di calamari giganti o colossali. Altri avvistamenti potrebbero essere stati causati da grandi gruppi di pesci o meduse, eruzioni sottomarine o illusioni ottiche dovute alla luce che si rifrange nell’acqua.
L’origine del nome “kraken“, risalente all’incirca al XVIII secolo, proviene da un termine dialettale norvegese chiamato “krake“, il cui significato esatto è incerto. Secondo alcune fonti, questo termine potrebbe derivare da una parola che inizialmente indicava un albero malaticcio e contorto o un albero sradicato, immagine con cui si potrebbe associare il kraken quando galleggia in acqua agitando i suoi tentacoli. Altre interpretazioni suggeriscono che possa essere correlato a un termine antico germanico, krabben, che significa “camminare” o “strisciare“, collegato anche all’inglese “crab” che significa “granchio“. Infine, potrebbe anche avere un significato più generico come “mostro marino“.
Origine del mito del Kraken
Il mito del Kraken non è presente nei testi della mitologia norrena, nonostante esistano altri mostri marini descritti. Uno di questi è l’hafgufa, che ha alcune caratteristiche simili a quelle attribuite al Kraken da Erik Pontoppidan. Alcuni autori, come Bartolino, Blackwood e Crantz, hanno cercato di collegare le due creature.
Non è chiaro quando esattamente abbia avuto origine il mito del Kraken. Si pensa che sia emerso verso la fine del periodo medievale scandinavo ed era già ben conosciuto tra i pescatori norvegesi nel 1700, quando Pontoppidan ne ha parlato per la prima volta.
Spesso si attribuisce la prima menzione del kraken a autori del Cinquecento come Olao Magno e Conrad Gessner, che descrivono creature simili, ma senza utilizzare il termine “kraken“. Olao Magno, ad esempio, nella sua opera “Storia dei popoli settentrionali“, parla di vari mostri al largo delle coste norvegesi, tra cui un “enorme serpente di 60 metri” e pesci con spighe, corna e occhi rossi. Alcune fonti ritengono che la prima citazione della creatura sia di Plinio il Vecchio, che menziona un “albero” sottomarino nell’oceano di Cadice, interpretato da alcuni come riferimento a un mostro tentacolato o a una grande medusa come una caravella portoghese.
Le prime occorrenze note del nome “kraken” si trovano nell’opera postuma di Francesco Negri “Viaggio Settentrionale” del 1663 e nel testo del vescovo e naturalista Erik Pontoppidan “Storia naturale della Norvegia” del 1752. Pontoppidan descrive vivacemente il kraken come “il più grande e impressionante animale del Creato e senza dubbio il più grande mostro marino del mondo“. Secondo lui, il kraken, quando parzialmente sommerso, potrebbe sembrare un gruppo di piccole isole; i suoi tentacoli, grandi come alberi di navi medie, potrebbero trascinare intere imbarcazioni sul fondo del mare. I pescatori locali impararono a riconoscere e sfruttare la presenza del kraken, che non sarebbe ostile, ma rappresenterebbe un pericolo a causa delle forti onde e dei gorghi che crea emergendo o sprofondando.
Pontoppidan riporta anche un racconto di un giovane kraken intrappolato nel 1680, morto tra le rocce di un fiordo norvegese, emanando un odore terribile che costrinse la gente ad evitarne la zona. Un racconto simile parla di un kraken morto trascinato dalle onde fino a una grotta nelle Shetland, intorno al 1780.
Nel 1700 e nell’800, una creatura, spesso associata al kraken, fu menzionata da Linneo nella sua prima edizione del Systema Naturae (1735). Il naturalista la classificò come Microcosmus marinus fra i cefalopodi. Linneo raggruppava diverse creature sotto Microcosmus, come il proteo e le amebe. In un’altra opera del 1746, Fauna Suecica, Linneo menzionò il Microcosmus marinus, dicendo che viveva nel mare di Norvegia, sebbene lui non l’avesse mai visto. Jacob Wallenberg, in “Mio figlio sulla galera” (1781), riprese Pontoppidan affermando che il kraken, anche noto come pesce-granchio, non era più grande della larghezza di Öland, un’isola che misura 16 km.
Le storie sugli avvistamenti del kraken o di cefalopodi giganti si diffusero fino al XIX secolo. Arrivarono all’attenzione del malacologo francese Pierre Denys de Montfort, che, credendo fossero reali, descrisse due specie di piovre giganti nel suo trattato enciclopedico sui molluschi, l’Histoire Naturelle Générale et Particulière des Mollusques (1802). Tuttavia, questa idea fu derisa dagli altri scienziati. Montfort dedicò il resto della sua vita a cercare di dimostrare l’esistenza di queste creature, ma ciò gli valse solo derisione e danneggiò la sua carriera.
Influenza culturale
La figura mitica del kraken ha lasciato un’impronta profonda nella cultura popolare, influenzando il folclore, la letteratura e il cinema. Spesso rappresentato come un enorme polpo o calamaro con numerosi tentacoli, il kraken viene dipinto come una creatura ostile, simbolo della forza aggressiva della natura.
La sua presenza è stata significativa soprattutto nel XIX secolo nella letteratura, comparendo in opere di autori come Walter Scott, Thomas Love Peacock e Alfred Tennyson. In molti racconti, il kraken, una volta risvegliato, porta distruzione in superficie, simboleggiando il risveglio di una forza antica e potentemente distruttiva.
Nel mondo dei fumetti, il kraken è stato interpretato in svariati modi: dalla serie spagnola “Kraken“, in cui è una creatura simile a una piovra che vive nei sotterranei di una metropoli futuristica, fino ai fumetti Marvel in cui un kraken è al servizio di un nemico dell’eroe Namor, chiamato Comandante Kraken.
Nel cinema, il kraken è stato protagonista in diversi film come “Pirati dei Caraibi“, dove è un gigantesco calamaro comandato da Davy Jones, e “Scontro tra titani“, in cui la famosa frase “Liberate il kraken!” ha dato vita a meme online molto diffusi. Ha avuto un ruolo anche nel film “Shark 2 – L’abisso” del 2023, in cui si scontra con un megalodonte.
Nel cinema d’animazione, una reinterpretazione del kraken come creature umanoidi con tentacoli difendenti l’umanità dalle sirene è stata protagonista nel film “Ruby Gillman – La ragazza con i tentacoli” prodotto dalla DreamWorks Animation nel 2023.