Il Parco dei Mostri (Sacro Bosco) di Bomarzo (Viterbo)

Il Parco dei Mostri, situato nella provincia di Viterbo, è un complesso monumentale naturale è caratterizzato da numerose sculture in peperino risalenti al XVI secolo

Il Parco dei Mostri (Sacro Bosco) di Bomarzo (Viterbo)

Il Parco dei Mostri (Sacro Bosco) di Bomarzo (Viterbo). Il Parco dei Mostri, conosciuto anche come Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, situato nella provincia di Viterbo, è un complesso monumentale italiano. Questo parco naturale è caratterizzato da numerose sculture in peperino risalenti al XVI secolo, raffiguranti animali mitologici, divinità e mostri.

Ideato dall’architetto Pirro Ligorio su richiesta del Principe Pier Francesco Orsini, il parco è stato commissionato con l’obiettivo di dare sfogo al dolore del principe per la morte della moglie Giulia Farnese.

Pier Francesco Orsini, nato a Roma il 4 luglio 1523, ha visto celebrati i 500 anni dalla sua nascita il 4 luglio 2023, con commemorazioni in tutta la sua signoria.

Storia del parco dei Mostri (Sacro Bosco) di Bomarzo (Viterbo)

Il parco dei Mostri, progettato e realizzato nel 1547 su commissione del principe Pier Francesco Orsini, fu opera dell’architetto e antiquario Pirro Ligorio. Questo luogo, noto anche come Sacro Bosco, fu concepito come un sistema di figure mitologiche, abbracciando il genere del grotesque. Sebbene alcuni studiosi abbiano erroneamente attribuito la paternità del progetto a Michelangelo Buonarroti o a Jacopo Barozzi da Vignola, la realizzazione delle sculture fu probabilmente affidata a Simone Moschino. Il parco, originariamente chiamato “boschetto“, fu dedicato dalla Orsini alla moglie, Giulia Farnese.

Le strutture insolite, come la casa inclinata, e le statue enigmatiche sono considerate da alcuni come tappe di un percorso di matrice alchemica. Scienziati, storici e filologi hanno tentato di interpretare il labirinto di simboli, trovando riferimenti antichi e motivi tratti dalla letteratura rinascimentale, come il “Canzoniere” di Francesco Petrarca e “l’Orlando furioso” di Ludovico Ariosto. Tuttavia, molti misteri rimangono irrisolti, e una spiegazione definitiva potrebbe essere fuori portata. Nel 1585, dopo la morte dell’ultimo principe Orsini, il parco fu abbandonato e successivamente restaurato nel Novecento dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, sepolti nel tempietto interno al parco, che potrebbe anche essere il sepolcro di Giulia Farnese.

Nel 1948, il parco fu visitato da Salvador Dalí, che lo definì un’invenzione storica unica e si fece fotografare in pose originali tra i monumenti principali.

Dove è il Parco dei Mostri di Bomarzo?

Il Parco dei Mostri si trova vicino alla località omonima di Bomarzo, nella provincia di Viterbo. Per raggiungerlo, si può prendere l’autostrada del Sole A1 e uscire a Orte se si arriva da sud, oppure a Attigliano sia da nord che da sud, e poi seguire le indicazioni locali.

L’accesso al Parco dei Mostri può risultare difficile per chi viaggia con i mezzi pubblici. In assenza di un’auto propria, si consiglia il noleggio con conducente (NCC) disponibile da diverse località di Roma (Fiumicino, Ciampino, Termini o Tiburtina) fino al Parco. Le tariffe sono simili a servizi analoghi utilizzati in altre città come Londra o in Scozia e potrebbero non essere economiche, ma potrebbero rappresentare l’unica soluzione per visitare il Parco dei Mostri.

Panca etrusca

La panca etrusca, un monumento di interesse storico, può essere raggiunta tramite diverse vie di trasporto. Da Roma, è possibile prendere il treno e scendere alla stazione di Orte Scalo o Viterbo, per poi continuare il viaggio con un autobus diretto a Bomarzo. Gli orari dei treni e degli autobus possono variare tra l’estate e l’inverno e vanno verificati sui siti web di Trenitalia e Cotral.

Venne “prima” Villa Lante a Bagnaia o il Parco dei Mostri a Bomarzo?

La questione di quale sia stato il primo tra Villa Lante a Bagnaia e il Parco dei Mostri a Bomarzo rimane oggetto di dibattito. Entrambi i progetti hanno avuto inizio nel XVI secolo, con i lavori a Bomarzo avviati nel 1560 e quelli a Bagnaia nel 1568. Il completamento dei lavori a Bomarzo è avvenuto nel 1585, mentre a Bagnaia il progetto era già stato definito nel 1581. Molte delle tematiche presenti nei due luoghi sono simili, se non identiche, con esempi come la statua del Nettuno a Bomarzo che trova eco nei due giganti Arno e Tevere a Villa Lante, oltre alle statue raffiguranti il dio romano con quattro teste.

Attrazioni

Il Parco si estende su una superficie di circa 3 ettari all’interno di una foresta di conifere e latifoglie. Al suo interno si trovano numerose sculture di varie dimensioni che raffigurano personaggi e animali mitologici, oltre a edifici che riprendono il mondo classico senza rispettare le regole prospettiche o estetiche, con l’obiettivo di confondere il visitatore.

Le sculture, realizzate in basalto, un materiale abbondante nella zona, sono spesso accompagnate da iscrizioni enigmatiche, di cui solo una piccola parte è sopravvissuta. La disposizione attuale delle attrazioni nel Parco, salvo alcune eccezioni documentate, non è quella originale ma risale alla seconda metà del XX secolo, quando la famiglia Bettini lo rilevò e lo restaurò. Oltre ai Mostri e agli elementi architettonici principali, vi sono molte altre sculture più piccole, spesso maggiormente degradate dal tempo e quindi meno identificabili.

Le Sfingi

Appena varcata la monumentale soglia del Bosco, il visitatore si trova davanti a due Sfingi, una a destra e l’altra a sinistra. Queste figure ricalcano il modello classico di donna con corpo di leone, simile a quello egizio, poiché sono prive di ali. Le due creature simboleggiano la guardia del parco e accolgono i visitatori con iscrizioni di benvenuto in endecasillabi, leggibili sui rispettivi basamenti.

Proteo (o Glauco)

A breve distanza dalle Sfingi, ma in una posizione più appartata rispetto al percorso principale, si trova il primo vero mostro del parco, identificato come Proteo o Glauco. Si tratta di un immenso mascherone antropomorfo con la bocca spalancata, che sembra emergere direttamente dalla terra. È sormontato da un grande globo di pietra, sulla cui cima si erge una piccola torre, un’iconografia che richiama il mondo dominato dal simbolo degli Orsini.

Il Mausoleo

Il Mausoleo appare come un grande masso apparentemente informe, ma in realtà modellato per sembrare il frontone di una tomba etrusca. Le decorazioni riprendono quelle di una tomba rinvenuta a Sovana.

Ercole e Caco o la gigantomachia

Denominata anche “il Colosso”, questa è la statua più grande del Parco, raffigurante la lotta di due giganti, identificati come Ercole e Caco. Attorno a loro si trovano alcune figure di guerrieri, ormai erose dal tempo, e un’iscrizione in endecasillabi che esalta il gruppo statuario.

Il gruppo della Tartaruga e della Balena

Vicino ai giganti si trova un gruppo scultoreo composto da una grossa tartaruga, sul cui guscio tondeggiante è collocata la statua di una Nike, e da una grossa balena che emerge dalla terra. I due animali sembrano fissarsi reciprocamente. La tartaruga simboleggia stabilità e longevità, rappresentando l’unione tra terra e cielo. Questo gruppo scultoreo rappresenta un passaggio verso la purificazione, con la donna alata che rappresenta l’apice di questa trasformazione.

Fontana di Pegaso

La Fontana di Pegaso è caratterizzata da una vasca da cui emerge la figura di Pegaso. Il cavallo simboleggia passionalità e impetuosità istintiva, che possono essere dominate dalla volontà spirituale dell’uomo, rappresentata dalle sue ali. Poco distante si trova il cosiddetto “Albero-statua”, un tronco di larice scolpito su un masso.

Ninfeo e Venere sulla conchiglia

Il Ninfeo è un grande ambiente a vasca che richiama i ninfei dell’epoca greco-romana, decorato con le figure delle tre Grazie e di tre ninfe. Sulla parete est si trova una colossale scultura di Venere su una grande conchiglia. Nei dintorni, si può ammirare una fontana adornata con figure di delfini.

Il Teatro

A breve distanza dal Ninfeo si trova un altro ambiente di ispirazione classica, noto come “il teatro”. Questo spazio è una riproduzione in scala ridotta di un’esedra del palcoscenico.

La casa pendente

Una delle principali attrattive del Parco è la casa pendente, un piccolo edificio costruito su un masso inclinato. La particolarità di questa struttura è che gli interni hanno una pendenza irregolare, con il pavimento non perpendicolare ai muri, creando disorientamento e perdita di equilibrio nei visitatori. Si ritiene che originariamente l’entrata del Bosco fosse situata esattamente di fronte a questa casa.

Piazzale dei vasi, Nettuno e la ninfa dormiente

Il Piazzale dei Vasi presenta una serie di enormi vasi in pietra, un tempo decorati con iscrizioni ora illeggibili. Questo piazzale conduce alla statua di Nettuno, il dio dei mari, raffigurato sdraiato su un letto d’acqua, in stile con le divinità fluviali romane, e con un delfino tra le braccia. Vicino a lui, una grande statua di una ninfa dormiente è poggiata elegantemente su un braccio.

Cerere

La statua di Cerere, dea delle messi e madre di Proserpina, la rappresenta come una donna di dimensioni imponenti con un cesto di spighe sul capo. Nelle mani tiene una fiaccola e la Cornucopia, simbolo di abbondanza, circondata da figure di creature boschive.

L’elefante

Un imponente elefante è raffigurato con una grande torre sulla schiena, tenendo nella proboscide un legionario romano, come se volesse schiacciarlo. Questa scultura sembra richiamare l’impresa di Annibale durante le Guerre Puniche.

Il drago

Il Parco ospita varie sculture mitologiche, tra cui una viverna, un mostro rettiliforme, che combatte contro tre creature non più riconoscibili.

L’orco

La figura più celebre del Parco è sicuramente l’Orco, un grande volto scolpito nella pietra con la bocca spalancata, sulla quale è incisa la frase “OGNI PENSIERO VOLA”. Questa scultura funge anche da camera, accessibile tramite alcuni gradini, con panche e un tavolo al suo interno. La struttura interna amplifica i suoni e le voci, creando un effetto eco spaventoso.

Il vaso gigante, la panca etrusca e l’ariete

Tra le altre opere presenti, vi sono un vaso gigante decorato con la testa di una gorgone, un ariete seduto (ormai molto deteriorato) e una panca modellata secondo lo stile di un triclinio etrusco o romano, posta all’interno di una nicchia con un’iscrizione in versi.

Proserpina, Cerbero e il piazzale delle pigne

La figura di Proserpina, la regina dell’Ade, è molto danneggiata e rappresentata come una donna con le braccia aperte. La sua veste è modellata in modo da formare un’ampia panca su cui ci si può sedere. Poco distante si trova Cerbero, il cane a tre teste che sorveglia l’ingresso dell’Oltretomba. Dietro queste figure si estende il piazzale delle pigne, così chiamato perché circondato da sculture che rappresentano pigne e ghiande.

Echidna, la Furia e i leoni

Di fronte al piazzale delle pigne, ci sono due sculture mostruose contrapposte. Echidna è raffigurata come una donna colossale con due code di serpente al posto delle gambe, richiamando l’iconografia medievale della sirena. La Furia, invece, è rappresentata come una donna con coda e ali di drago. Tra queste due figure sono accucciati due leoni, figli di Echidna, che appaiono anche nello stemma di Viterbo.

Il tempio

Leggermente isolato rispetto al percorso principale del Parco, si trova un piccolo tempio costruito vent’anni dopo rispetto al resto del Parco in onore della seconda moglie di Vicino Orsini, una principessa Farnese. Il tempio presenta elementi architettonici di diverse epoche: il frontone, il colonnato e il vestibolo richiamano lo stile classico, mentre la cupola è ispirata a quella di Santa Maria del Fiore a Firenze. All’interno, l’edificio contiene una piccola aula circolare dove la famiglia Bettini, che ha restaurato il complesso, ha posto una lapide in memoria di Tina Severi Bettini e Giancarlo Bettini.

Giorni di apertura, orari di ingresso e costo del biglietto

Il Parco dei Mostri di Bomarzo è aperto tutto l’anno, ad eccezione del giorno di Natale, con orari diversi in base alla stagione.

Dal 1° aprile al 31 agosto, l’orario di apertura è dalle 08:30 alle 19:00. Dal 1° settembre al 31 marzo, il parco è aperto dalle 08:30 fino al tramonto. Normalmente, il parco non è accessibile durante le ore notturne.

L’accesso al parco è a pagamento. Le tariffe sono le seguenti:
Adulti e bambini sopra i 13 anni: €13,00
Bambini fino a 4 anni: gratuito
Bambini dai 4 ai 13 anni: €8,00

È possibile prenotare visite guidate per esplorare il parco.

Comitive di almeno 30 persone

Per i gruppi composti da almeno 30 persone, il costo del biglietto è di 10 euro a persona. È necessario presentare una lettera dell’ente promotore, e ogni gruppo di 30 persone avrà diritto a un accompagnatore gratuito. L’ingresso è gratuito per i disabili non autosufficienti e per l’autista dell’autobus. Il gruppo riceverà in omaggio una guida del Parco di Bomarzo.

È disponibile un servizio di visite guidate del parco, che deve essere prenotato e prevede un costo aggiuntivo. Per ottenere la tariffa riservata ai gruppi, è obbligatorio prenotare almeno cinque giorni prima della visita contattando i seguenti recapiti:

Telefono: 0761/924029
Fax: 0761/924029
Email: [email protected]

Gite scolastiche

Le gite scolastiche al Parco di Bomarzo prevedono tariffe agevolate di 6 euro per studenti e insegnanti di età fino a 17 anni, mentre per genitori e studenti maggiori di 18 anni il costo è di 8 euro. Ogni gruppo di 15 studenti ha diritto a un accompagnatore gratuito. È richiesta una lettera dalla scuola con l’elenco degli studenti per ottenere questi prezzi speciali. Gli studenti disabili non autosufficienti hanno accesso gratuito, così come l’autista dell’autobus che trasporta il gruppo. In omaggio, viene fornito un libro guida del Parco di Bomarzo al gruppo.

È possibile prenotare visite guidate del parco, a pagamento e su prenotazione anticipata. Per ottenere la tariffa scolastica è necessario prenotare confermando almeno 5 giorni prima della visita attraverso i seguenti contatti:

telefono: 0761/924029
fax: 0761/924029
email: [email protected]

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FonteUfficiale.com