Gli imperatori erano costantemente minacciati da nemici interni ed esterni. La morte era sempre dietro l’angolo e, per molti imperatori, era una fine inevitabile
Fare l’imperatore romano era un mestiere molto pericoloso. Tra i 105 imperatori che si sono susseguiti alla guida della Roma imperiale dal 27 a.C. fino al 476 d.C., circa il 70% di loro ha fatto una brutta fine. Le cause di morte più comuni erano il suicidio, l’uccisione a tradimento e la morte in battaglia.
Cause di morte
Suicidio
Una delle cause più comuni di morte tra gli imperatori romani era il suicidio. Molti imperatori si suicidavano per evitare di essere catturati e giustiziati dai propri nemici. Ad esempio, l’imperatore Caligola si suicidò nel 41 d.C. per evitare di essere ucciso dal Senato romano.
Uccisione a tradimento
Un’altra causa comune di morte tra gli imperatori romani era l’uccisione a tradimento. Molti imperatori venivano uccisi dai propri amici, parenti o collaboratori. Ad esempio, l’imperatore Augusto fu ucciso dal suo successore Tiberio nel 14 d.C.
Morte in battaglia
Alcuni imperatori romani morirono in battaglia. Ad esempio, l’imperatore Adriano morì nel 138 d.C. mentre combatteva contro i Parti in Mesopotamia.
Alcuni casi emblematici
Uno dei casi più emblematici di morte violenta di un imperatore romano è quello di Massimino il Trace. Massimino era un barbaro che era riuscito a diventare imperatore grazie al sostegno delle sue legioni. Nel 238 d.C., Massimino fu costretto a fuggire da Roma a causa del malcontento popolare. Mentre cercava di tornare in città per placare la rivolta, Massimino fu ucciso dalle sue stesse guardie. Dopo l’assassinio, la testa di Massimino fu tagliata e infilzata sopra un palo per essere esposta allo sguardo del popolo.