Quali sono i piatti più impronunciabili per gli stranieri

Preply ha scoperto quali sono i piatti della cucina italiana più difficili da pronunciare per gli stranieri e ha stilato anche la classifica dei cibi esteri con i nomi più storpiati dagli italiani

Quali sono i piatti più impronunciabili per gli stranieri
Quali sono i piatti più impronunciabili per gli stranieri. La cucina italiana è una delle più apprezzate al mondo, ma non sempre la pronuncia dei suoi piatti è facile da memorizzare per gli stranieri. Lo ha scoperto una ricerca della piattaforma di apprendimento Preply, che ha analizzato le ricerche di pronuncia delle parole su Google.

Secondo lo studio, al primo posto dei piatti italiani più difficili da pronunciare per gli stranieri ci sono i gnocchi. Ogni anno vengono effettuate ben 544.800 ricerche per scoprire la pronuncia corretta, che è “ɲokki“. Il termine deriva da “nocca” e le origini di questa deliziosa ricetta risalgono all’epoca dell’Impero Romano.

Al secondo posto troviamo l’amatissimo ragù, con 368.640 ricerche all’anno. In questo caso, la difficoltà non è causata dalla lingua italiana bensì dal francese. Il ragù, infatti, è nato in Francia nel XII secolo ed è arrivato in Italia intorno al 1300 in seguito al trasferimento del Papa da Avignone al Vaticano. L’italianizzazione del termine ragôut avvenne successivamente in epoca fascista.

Al terzo posto della classifica c’è anche il simbolo della cucina Made in Italy: la pizza, con una media annuale di 273.840 ricerche. È sicuramente il piatto più noto, ma evidentemente per gli stranieri la pronuncia del termine non è così semplice. La pronuncia corretta è “piˈttsa”, con l’accento sulla prima sillaba.

Tra le altre pietanze a rischio storpiatura c’è la bruschetta, spesso pronunciata come “bruscetta“. Anche la lasagna, con quel “gn” di mezzo, è tanto gustosa quanto difficile da pronunciare per uno straniero. La pronuncia corretta è “laˈzaɲa“.

La focaccia è un altro termine ostico sul quale si fanno parecchie ricerche. La pronuncia corretta è “foˈkattsa“.

Poi c’è la brioche, anche in questo caso, come per il ragù, il termine è francese e non italiano. La pronuncia corretta è “bri̯oʃ“.

Non la scampano neanche gli spaghetti, il prosciutto e la ciabatta, con pari numero di ricerche sull’esatta pronuncia. La pronuncia corretta degli spaghetti è “spatˈketːi“, del prosciutto è “proʃˈkutːo” e della ciabatta è “tʃaˈbatta“.

Il tiramisù è ampio oggetto di ricerche sulla pronuncia corretta, oltre che sul curioso significato del termine. La pronuncia corretta è “tiɾaˈmiˈsu“.

Le fettuccine e le tagliatelle sono tipi di pasta amatissimi, ma che gli stranieri non sanno proprio come si pronuncino correttamente. La pronuncia corretta delle fettuccine è “fetˈtutʃiːne” e delle tagliatelle è “taʎaˈtelle“.

A pari numero di ricerche si trovano poi il famoso cappuccino e le pappardelle. La pronuncia corretta del cappuccino è “kappuˈtʃiːno” e delle pappardelle è “paˈpardelle“.

In tema di carboidrati, risultano difficilissimi da pronunciare anche i nomi delle farfalle, delle orecchiette, della pasta, del minestrone, del calzone e degli arancini. Un universo di prelibatezze che riporta sui libri di scuola gli stranieri evidentemente attratti sia dalla cucina nostrana che dalla lingua italiana.

Gli italiani, invece, storpiano più spesso il nome della paella, la ricetta spagnola a base di riso, carne e pesce. La pronuncia corretta è “paˈɛʎa“. Al secondo posto troviamo la quinoa, con 360 ricerche all’anno. Super alimento alla base della dieta degli antichi Inca, oggi viene proposta dalle Nazioni Unite come possibile soluzione alla fame nel mondo. Al terzo posto la quiche lorraine (120 ricerche all’anno). Nonostante il nome “quiche” derivi dalla parola tedesca “kuchen” (torta), il piatto è originario della regione francese della Lorena.

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FonteUfficiale.com