Indovini, maghi e chiaroveggenti la usano perché sono convinti che essa li aiuti ad esercitare meglio la loro attività
Perché i maghi usano la sfera di cristallo. Indovini, maghi e chiaroveggenti la usano perché sono convinti che essa li aiuti ad esercitare meglio la loro attività. Com’è nata la credenza che si possa leggere il futuro nelle sfere di cristallo? Perché proprio di cristallo? Perché proprio una sfera?
La prima notizia certa dell’uso della sfera di cristallo risale alla seconda metà del ‘500, quando il matematico e mago inglese John Dee disse di aver ricevuto da un angelo una sfera di cristallo il 21 novembre 1582. Disse che la utilizzava proprio per comunicare con gli angeli. La sua sfera, che era una pietra di berillo di circa 6 centimetri di diametro, è oggi conservata al British Museum di Londra.
La cristallomanzia
La divinazione (ossia, l’arte di predire il futuro) basata sull’osservazione degli oggetti di cristallo si chiama “cristallomanzia“.
La cristallomanzia comprende ogni cosa trasparente che sia in grado di riflettere: cristalli, pietre, macchie d’inchiostro, specchi d’acqua.
La parola “cristallo” deriva dal greco “krystallos” che significa “ghiaccio trasparente” o “acqua gelata“.
Nella magia il cristallo è legato all’intelletto, alla serenità, all’equilibrio.
I druidi (quelle figure un po’ maghi, un po’ indovini, un po’ saggi e un po’ sacerdoti del popolo celtico) utilizzavano il cristallo di quarzo a scopi divinatori più di 3mila anni fa. Ma le prime tracce dell’uso delle sfere di cristallo si hanno nel Medioevo.
Infatti, secondo una leggenda, nella tomba del re dei Franchi Childerico I (vissuto nel V secolo) vi era una sfera di cristallo che aveva il diametro di quasi 4 centimetri, e si dice che la usasse per predire il futuro.
Come avviene la visione?
L’osservazione della sfera di cristallo avveniva di notte, con la debole luce di una candela accesa, e la mente libera da qualsivoglia pensiero. I maghi dovevano tenere le mani sulla sfera o avvicinarlesi con esse a pochi centimetri, in modo da trasmetterle l’energia, in un’atmosfera di silenzio assoluto.
Il mago, poi, formulava la domanda alla quale si desiderava dare la risposta, tenendo lo sguardo sulla sfera. Se apparivano delle specie di nuvole, significava che ci si accingeva alla visione vera e propria. Se le nuvole erano bianche, la risposta era positiva. Se nere, la risposta era negativa. Rosso e giallo, si trattava di sorprese spiacevoli, mentre il blu e il verde preannunciavano avvenimenti piacevoli.
La sfera di cristallo doveva appartenere ad una sola persona e nessun’altro doveva toccarla. Prima di essere usata, il mago la personalizzava tramite 3 operazioni indispensabili per rendere la sfera in sintonia con le vibrazioni dello spirito e del corpo del veggente: la purificazione, la magnetizzazione e la consacrazione.
Il luogo in cui operare la divinazione doveva essere sempre lo stesso, con la debole luce che non doveva colpire direttamente il cristallo. Doveva essere preparato un panno viola per coprire il tavolo dove veniva poggiata la sfera e per coprire la sfera stessa quando veniva riposta.
Perché la sfera?
La sfera, nella filosofia medievale, era considerata la forma perfetta (che come il cerchio non ha né inizio né fine). Inoltre, era il simbolo del cielo, del mondo spirituale e della completezza del cosmo.